Secondo un nuovo studio realizzato dalla professoressa Mara Mather della USC Leonard Davis School of Gerontology, gli esercizi di respirazione possono abbassare i livelli nel sangue dei peptidi amiloide-beta che sono associati all’Alzheimer e di conseguenza ridurre la possibilità che insorga la malattia. L’esercizio è molto semplice: basta inspirare, contare fino a cinque, e quindi espirare per altri 5 secondi, e ripetere il tutto per 20 minuti, due volte al giorno, per quattro settimane. Tali brevi sessioni di respirazione, come si legge sulla BBC, hanno avuto un impatto significativo su un gruppo di volontari che si sono sottoposti alla ricerca, a cominciare dalla frequenza cardiaca, che è aumentata, mentre i livelli di peptidi amiloide-beta circolanti nel sangue sono appunto diminuiti.
Tale modifica al nostro corpo la si deve al fatto che il modo in cui respiriamo influenza in maniera significativa la nostra frequenza cardiaca, che a sua volta va ad agire sul sistema nervoso e sul modo in cui il nostro cervello produce o elimina proteine. Quando siamo svegli e attivi solitamente utilizziamo il nostro sistema simpatico e a riguardo la dottoressa Mather ha spiegato: “Sappiamo che i sistemi simpatico e parasimpatico influenzano la produzione e l’eliminazione dei peptidi e delle proteine correlati all’Alzheimer. Tuttavia, c’è stata pochissima ricerca su come questi cambiamenti fisiologici nell’invecchiamento potrebbero contribuire ai fattori che rendono favorevole lo sviluppo o meno dell’Alzheimer”.
ALZHEIMER, RESPIRAZIONE INFLUISCE: LO STUDIO HA COINVOLTO 108 PERSONE DI DIVERSE ETÀ
Mentre invecchiamo la nostra capacità di accedere al sistema nervoso parasimpatico, che influisce sulla variazione della frequenza cardiaca, diminuisce in maniera drastica. Mather e i colleghi ricercatori di USC, UC Irvine e UCLA, nel loro studio sull’Alzheimer, hanno analizzato 108 persone di diverse età, scoprendo appunto l’abbassamento del livello dei peptidi: “Sulla base dei dati che abbiamo, sembra che la diminuzione della beta-amiloide sia dovuta più alla diminuzione della produzione”, ha aggiunto la ricercatrice.
“Ma ciò non esclude la possibilità di una maggiore autorizzazione. Almeno fino ad oggi – ha aggiunto – gli interventi di esercizio fisico non hanno ridotto i livelli di Aβ beta amiloide. Praticare regolarmente la respirazione a ritmo lento tramite il biofeedback dell’HRV può essere un modo economico e a basso rischio per ridurre i livelli plasmatici di Aβ e mantenerli bassi per tutta l’età adulta”.