Alcune persone vicine ad Hunter Biden sostengono che il famoso laptop sia pieno di contratti e accordi con partner commerciali stranieri che potrebbero gettare nuova luce sui suoi affari e potenzialmente coinvolgere anche il padre, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Lo rivela il New York Post, che da alcuni informatori, oltre che da registri bancari portati alla luce dalla House Oversight Committee, ha appreso che, durante la vicepresidenza del padre e successivamente, Hunter Biden e la sua famiglia hanno guadagnato milioni di dollari da fonti straniere sfruttando il loro nome. Ma il giornale americano fa notare anche che in quel periodo il figlio di Biden era dipendente da crack e alcolizzato. In questa complessa vicenda, che ha avuto inizio nel 2020 dopo che il Ny Post ha pubblicato le prime storie sul portatile abbandonato in un negozio di riparazione del Delaware, sta per entrare Devon Archer, membro del consiglio di amministrazione di Burisma (azienda energetica ucraina) e socio d’affari di lunga data di Biden jr.
Ha in programma di parlare alla Commissione di Vigilanza della Camera in un incontro a porte chiuse. Dovrebbe testimoniare che Hunter Biden ha messo in contatto i suoi partner commerciali più di due dozzine di volte con suo padre al telefono. Il presidente della commissione di vigilanza James Comer ritiene che abbia svolto “un ruolo significativo negli affari della famiglia Biden all’estero, compresi, ma non solo, Cina, Russia e Ucraina” e quindi potrebbe avere informazioni rilevanti per l’indagine.
LE OMBRE SULLA TESTIMONIANZA DI DEVON ARCHER
Ma anche su questo c’è un intrigo in corso. Devon Archer sta infatti discutendo con il Dipartimento di Giustizia Usa per una condanna per due reati che è stata ripetutamente rinviata a causa di una lunga serie di appello. L’ufficio del procuratore per il Distretto Sud di New York sabato scorso ha scritto al giudice Ronnie Abrams chiedendogli di fissare una data per il rientro in carcere, dopo che è stata emessa un’ordinanza che conferma la condanna a un anno. La decisione non dovrebbe arrivare prima dell’incontro a porte chiuse con la Commissione della Camera. Matthew Schwartz, l’avvocato di Archer, ha respinto l’idea che ci sia un collegamento tra lo scontro con il Dipartimento di Giustizia e la potenziale imminente incarcerazione del suo assistito. “Siamo consapevoli delle speculazioni secondo cui la richiesta del fine settimana del Dipartimento di Giustizia di portare il signor Archer in prigione è un tentativo dell’amministrazione Biden di intimidirlo prima del suo incontro con la Commissione di Vigilanza della Camera“, ha dichiarato in un comunicato.
“Per essere chiari, il signor Archer non è d’accordo con questa ipotesi. In ogni caso, il signor Archer farà quello che ha sempre pensato di fare, cioè presentarsi lunedì e rispondere onestamente alle domande che gli verranno poste dagli investigatori del Congresso“. Fonti vicine ai membri del Comitato di supervisione del GOP affermano che i repubblicani sarebbero interessati a valutare Devon Archer come possibile testimone di impeachment se il partito tenterà di mettere sotto accusa il presidente Joe Biden. I repubblicani considerano Archer un testimone chiave nella loro caccia alla pistola fumante che collega il presidente Joe Biden agli affari del figlio Hunter Biden e di altri membri della famiglia. Finora non è emersa alcuna prova che le decisioni di Joe Biden come presidente o vicepresidente Usa siano state influenzate dagli affari del figlio, e lui ha ripetutamente negato il coinvolgimento negli accordi commerciali della sua famiglia, ma questa seduta a porte chiuse potrebbe segnare una svolta.
HIMES “IMPEACHMENT BIDEN? PER ORA NIENTE PROVE MA…”
Ma i problemi per la famiglia Biden non finiscono qui. Il muro di silenzio dei democratici sta cominciando a sgretolarsi. Un importante membro del Congresso ha dichiarato che il figlio del presidente Usa dovrebbe essere “chiamato a rispondere” delle sue azioni, anche per quanto riguarda la vicenda dei tre reati federali. “Lasciatemi dire qualcosa che non avete mai sentito dire da un membro repubblicano del Congresso nei quattro anni dell’amministrazione Trump: se Hunter Biden ha infranto la legge, dovrebbe essere perseguito. Ed è chiaro che ha infranto la legge per quanto riguarda le tasse e forse il possesso di una pistola. Dovrebbe essere chiamato a risponderne. Se ha sfruttato l’influenza del padre, dovrebbe risponderne. E lo sottolineo perché non si è mai sentito un repubblicano dire la stessa cosa di Donald Trump o della sua famiglia“, ha dichiarato il deputato Jim Himes alla MSNBC.
Invece, riguardo il presunto coinvolgimento di Joe Biden: “Per quanto riguarda la domanda sull’impeachment, oggi non ci sono prove che Joe Biden, il presidente degli Stati Uniti, fosse a conoscenza di ciò che faceva suo figlio. Se invece ne era a conoscenza, se vi ha partecipato, allora il discorso è molto diverso“. Ma i repubblicani della Camera – compreso il presidente della Camera Kevin McCarthy – hanno aperto all’ipotesi di avviare un’inchiesta di impeachment sui presunti affari corrotti della famiglia Biden con entità straniere, dopo che il Post ha appunto rivelato che un testimone chiave ha detto che Hunter Biden ha spesso messo suo padre al telefono con soci d’affari stranieri.