Venghino signori, venghino… In questa stagione di sagre (è questo il tema che ci accompagnerà per l’intera estate, cari Lettoràstri, amici lettori dei comicAstri) ci siamo lasciati guidare sinora da compagni di viaggio alquanto scafati, amici di vecchia data ai quali abbiamo dato il compito di districarci attraverso territori che spaziano dalle Alpi Orobiche alla vicina confederazione elvetica, per raggiungere la gnuracica Sardegna. Tarcisio Ficosecco<, suor Elvezia Bernasconi, il mitico Zingarelli (il vocabolario che sa tante cose perché le ha rubacchiate qua e là in giro per il mondo) ci hanno suggerito modalità festaiole tanto popolari quanto in perfetto stile glocal, secondo i dettami del momento.
Ad accompagnarci nel tour di oggi un personaggio col quale non abbiamo la stessa confidenza di un Cisio, uno Zinga o una Elvis. Eppure il nostro unico incontro, avvenuto poco tempo fa, ci ha suggerito di mettersi sulle sue tracce, in cerca di qualche opportunità. Stiamo parlando del prof. Carlo Martello Prestochetardi, responsabile della cattedra di Tuttologia delle Università di Quarto Oggiaro, Quinto de’Stampi, Sesto S. Giovanni e Settimo Milanese. Dopo non poche fatiche (vogliamo su queste colonne personalmente ringraziare la sua segretaria personale, la precisissima signorina Rominapauer Finchelabarcavà, che ci ha messo sulle sue tracce) riusciamo a catturarlo telefonicamente.
Professore buongiorno! Come sta e dove si trova?
Buongiorno colleghi. Attualmente mi trovo nell’Appenzello (con i suoi circa 7000 abitanti, è il centro politico, economico e culturale dell’Appenzello Interno, il più piccolo cantone svizzero, Nota dei comicAstri) per un trittico scientifico di cui questa è solo la prima, interessantissima app…endice. Parte di un tutto molto ricco.
A proposito di parte… a parte che non siamo suoi colleghi, ci tolga subito la nostra prima curiosità, sciogliendo le riserve su questo benedetto trittico scientifico.
Certo, colleghi. A breve mi trasferirò per qualche giorno nella parte canadese dei Monti Appalachi, per poi fare ritorno dalle vostre parti, segnatamente prima di Ferragosto, precisamente sugli Appennini.
Località geografiche che iniziano tutte per “app”. Una casualità?
Assolutamente no! Si tratta della seconda edizione del WAT, che significa World App Tour, un convegno mondiale itinerante, un’app…puntamento che ha l’ambizione di presentare al mondo il meglio delle nuove applicazioni (App), Android, iOS e quant’altro.
Mooolto interessante, professore, questa sorta di sagra per addetti ai lavori. Per rompere il ghiaccio, ci indichi subito l’app più bizzarra che le viene in mente.
Si chiama PooLog, ma in italiano verrà tradotta in Appupù. Si tratta di un raffinato quanto utilissimo monitoraggio della attività intestinali: semplicemente inserendo quante volte si va in bagno, è possibile controllare i grafici interattivi, che tengono in costante osservazione il nostro intestino.
È proprio il caso di dirlo: già… scaricata! Ce ne dica una che non serve veramente a nulla.
Al primo posto metterei S.M.T.H. (Send Me To Heaven – mandami in Paradiso). Ma non pensate a santi, intercessioni o preghiere: calcola semplicemente l’altezza che il vostro smartphone raggiunge quando lo si lancia in aria. Un’idea, semplice quanto efficace, progettata dalle grandi aziende mondiali produttrici di cellulari, per accorciarne drasticamente la durata. È scientificamente provato che il 18% di quelli lanciati in aria non ricadono nelle nostre mani, ma per terra. Con risultati confortanti (per chi li fabbrica, ovviamente!).
Ma battiamo il chiodo finché è caldo: ci suggerisca un’app che… spacca!
Non ho dubbi, colleghi, a suggerire DiffinLove.
Di cosa si tratta? Posto che noi non si è mai insegnato in università e pertanto non possiamo fregiarci dell’epiteto che immeritatamente ci attribuisce?
DiffinLove significa “differenziato in amore”. Si tratta di un’applicazione assai originale, e per sua natura di estrema semplicità, che mutua il linguaggio dalla raccolta differenziata e lo app…lica alle coppie in crisi.
Per noi è nebbia in Val APPadana: ci aiuti a diradarla!
Vi farò qualche esempio, esimi. Prendiamo una coppia che… scoppiapp! I due, scaricando da un qualsiasi store questa applicazione, potranno tenersi d’occhio anche quando sono al voi, segnalando l’uno all’altro il proprio stato emotivo attraverso delle icone che, prendendo spunto dai vari cassonetti della spazzatura, indicheranno al partner la propria situazione emozionale.
Qualche esempio è d’uopo…
Un cassonetto verde (dove si colloca il vetro) sta ad a dimostrare la propria trasparenza, che tradotto nel linguaggio di coppia, indica una buona disponibilità a non sottrarsi, per cercare di bypassare il momento difficile.
Cominciamo a cogliere… Ma l’icona con il cassonetto della plastica, inviato alla propria fidanzata, dove si colloca?
Beh… indica una situazione… plastica: niente di nuovo. In attesa di evoluzione. Diamoci una mossa, se no qui va tutto a pallino.
Mmmmmh… interessante equiparazione. Ma il cassonetto giallo? Carta, cartone, tetrapak… cosa mai vorrà significare?
Che la situazione si è incartata, che il dialogo è sterile, che è inutile parlare con il linguaggio della carta stampata, che forse è meglio lasciare spazio ai sentimenti.
Il color marrone è il simbolo dell’umido, del rifiuto organico…
Il rifiuto, se è organico, è un non rifiuto; l’umido ricorda le lacrime degli amanti, che per riconciliarsi, devono rifiutare ogni compromesso e arrivare al dunque, organicamente, perciò amorevolmente.
Quindi, per quanto il colore non si presti, il cassonetto marrone è l’icona più vicina alla riconciliazione. Ci sfugge solo cosa mai vorrà significare il sacco grigio…
Che si è sul crinale della fine di un amore. Se lei ha la forza di mandare a lui il cassonetto grigio, il messaggio è lampante: mi sei indifferenziato. Se ti indifferenzio, è perché di te non mi importa più nulla.
Un’ultima domanda prima di farci prendere dalla malinconia. Ma cosa di deve aspettare di ricevere un innamorato che ancora crede nella sua storia d’amore, che ancora ama il suo partner?
Le icone più ambite, quelle che possono ancora far sperare in una risoluzione positiva sono tre: l’icona degli oli vegetali, laddove l’olio rappresenta ciò che lubrifica ed elimina gli attriti, perché insaporisce nuovamente la vita di coppia; quella delle pile, che rappresenta il reciproco cambiamento che ricarica le energie dell’amore; e da ultima l’icona dei farmaci, perché i malanni di una coppia possono essere curati da una giusta terapia.
E se dovessimo salutarla con un’ultima icona, cosa ci suggerirebbe?
Sicuramente quella degli indumenti, ma soprattutto delle scarpe dimesse. A significare: fuori dai piedi, colleghi, che devo tornare a lavorare!
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