La casa del presunto assassino di Michelle Causo, la giovane uccisa a Primavalle (Roma) il 28 giugno scorso, sarebbe stata assaltata e devastata da circa 100 giovani durante una manifestazione che si è tenuta pochi giorni fa e adesso, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, almeno 40 di loro sarebbero stati individuati e denunciati dalle autorità. Stando alle informazioni diffuse dal quotidiano, tra loro vi sarebbe anche il fidanzato della vittima, ragazzo con il quale Michelle Causo aveva una relazione stabile da circa due anni.
Il raid sarebbe avvenuto mentre si teneva un corteo in ricordo della 17enne, dopo che un folto gruppo di ragazzi, tra cui anche dei minorenni, si sarebbe staccato per andare sotto l’abitazione del 17enne indagato e attualmente in carcere con l’accusa di omicidio volontario, occultamento e vilipendio di cadavere. Ai giovani identificati dalle forze dell’ordine in merito all’assalto a casa del presunto killer sarebbero contestati reati che vanno dalla violazione dei sigilli al danneggiamento, alla manifestazione non autorizzata. Nell’irruzione, scrive Repubblica, sarebbero stati distrutti tutti gli arredi. Nel caso di Michelle Causo quanto accaduto alla casa del minorenne indagato è una circostanza che rischia di pesare sulle indagini, dal momento che quella è la scena del crimine e che adesso risulta alterata.
Raid a casa del presunto killer di Michelle Causo, decine di ragazzi sotto inchiesta: scena del crimine compromessa
Le indagini sulla morte di Michelle Causo, uccisa a coltellate da un coetaneo e abbandonata in un carrello della spesa, proseguono a ritmo serrato. Dopo l’assalto alla casa del presunto assassino da parte di circa 100 giovani, c’è anche un altro filone a tenere impegnati gli agenti del commissariato di Primavalle: cercare di identificarli tutti perché rispondano di eventuali contestazioni. Finora sarebbero almeno 40 i soggetti individuati e tra loro, scrive Il Corriere della Sera, ci sarebbe anche il fidanzato della ragazza. Al vaglio degli investigatori chat e video del raid in cui si vedono decine di persone entrare nell’abitazione dell’indagato e dare sfogo alla rabbia per l’atroce fine della 17enne.
Per ora le persone rintracciate dalla polizia sarebbero tutti ragazzi tra i 15 e 19 anni sospettati di aver avuto un ruolo nell’irruzione, avvenuta pochi giorni, che avrebbe compromesso la scena del crimine impedendo all’inchiesta di attingere da eventuali ulteriori elementi “congelati” all’interno della casa del giovane accusato dell’omicidio. Al momento la madre del presunto killer non avrebbe sporto denuncia per l’accaduto, ma non si escluderebbe un passo in tal senso nei prossimi giorni.