La piccola Kata, 5 anni, è scomparsa il 10 giugno scorso dal luogo in cui viveva con la famiglia, l’ex hotel Astor di Firenze poi sgomberato a seguito della sparizione. Della bambina non c’è ancora traccia e le indagini proseguono nel massimo riserbo, anche per tutelare eventuali elementi decisivi, ma finora non sarebbe arrivata alcuna svolta. La delicatezza e la complessità dell’inchiesta sono sottolineate nell’intervista rilasciata a La Nazione dal procuratore aggiunto del capoluogo toscano, Luca Tescaroli, in cui si fa il punto di una situazione nebulosa che va avanti ormai da quasi due mesi.
Gli inquirenti sperano di trovare Kata ancora in vita e per questo ogni passo investigativo deve essere calcolato al millimetro, a caccia di indizi che portino a ritrovare la bimba e ad assicurare alla giustizia chi c’è dietro la sua scomparsa. Dal momento della sparizione ad oggi, ha confermato Tescaroli, non è arrivata alcuna richiesta di riscatto per il rilascio della minore, e questo complica anche l’analisi dei possibili scenari. Bocca cucita della Procura sulla pista o le piste seguite fino a questo momento: “Sono attività coperte dal segreto istruttorio – ha precisato il procuratore aggiunto di Firenze – (…) Continuiamo a vedere e rivedere, a studiare i filmati delle telecamere degli impianti di videosorveglianza. Abbiamo cercato e cerchiamo gli elementi obiettivi, oggettivi, da valutare nel loro insieme. Niente fantasticherie“.
Il mistero di Kata, i genitori: “Qualcuno sa e deve parlare”
I genitori di Kata non hanno mai smesso di lanciare appelli per il ritrovamento della loro bimba, ma finora nulla è cambiato: il mistero della scomparsa continua. Dal primo momento, il papà della minore si è detto convinto che sia stata rapita, vittima di un sequestro di persona per un movente che a lui risulterebbe ignoto. La famiglia della piccola spera che chi ha informazioni preziose si faccia avanti: “Qualcuno sa e deve parlare – ha ribadito il padre di Kata in tv –. Non è possibile che una bambina sparisca così, noi non abbiamo fatto niente di male“.
In più occasioni, davanti alle telecamere di varie trasmissioni, i genitori di Kata hanno espresso la loro amarezza nel sentirsi “abbandonati” dalle istituzioni. A loro dire, nessuno avrebbe dato alla loro famiglia le risposte che cerca da ormai due mesi sulla misteriosa sparizione della bambina. Mentre il lavoro degli inquirenti procede senza sosta a caccia di una svolta che possa riportarla a casa, la madre di Kata si è rivolta ai vertici di governo e in particolare a Giorgia Meloni affinché il caso di sua figlia sia trattato in tutta Europa e in modo ancora più capillare. “Aiutateci a farlo diventare virale“, ha chiesto la donna in preda a una comprensibile disperazione.