A Morning News ospite negli studi Mattia Coffetti, il primo italiano che ha deciso di impiantarsi sotto pelle ben 5 chip utilizzabili per varie operazioni come ad esempio effettuare dei pagamenti in digitale: “Si vendono un po’ sotto la pelle, non fanno assolutamente male – racconta parlando con una incuriosità Simona Branchetti – Il primo l’ho impiantato nel 2019 e ci posso aprire le porte di casa se si ha installato il contactless. Io posso usarlo poi con il cellulare per aprire la mia cassaforte virtuale: lo sblocco e poi mi basta solo inserire la mia impronta digitale, con il chip avvio la cassaforte. Nulla di eccezionale. L’ultimo l’ho fatto uno o due mesi fa ed è come se fosse una carta di credito e posso pagarci il pos. Ogni chip è come se fosse un upgrade del corpo, ognuno ha una sua funzionalità”.
Mattia Coffetti ha continuato: “Uno degli utilizzi dei primi chip che ho installato è quello di scambiare il contatto: io ad esempio quando conosco una persona basta che avvicinano il telefono alla mia mano e hanno il mio profilo Linkedin”. Sui risvolti positivi dal punto di vista medico: “Le persone non devono avere paura di questi dispositivi e un domani potrebbero essere inseriti nel cranio, chissà. Io ho avuto un nonno che ha avuto il Parkinson e chissà che in futuro non si riesca a curare queste malattie con questi chip”.
MATTIA COFFETTI, 5 CHIP SOTTOPELLE: “NON CI SONO CONTROINDICAZIONI”
Ma controindicazioni? “Posso fare il bagno senza mettere fuori le mani, non suonano i metaldetector, non attiro calamite o altro… controindicazioni non ne hanno perchè sono fatti in materiali medicali. Le uniche controindicazioni sono forse solo i commenti di chi non riesce a capire questo tipo di tecnologie. Quando io pago col Pos è un mix di reazioni – ha continuato Coffetti – devi spiegargli cosa succede, poi c’è chi ti fa tante domande e si appassiona. E’ una cosa divertente comunque”.
L’informatico ha poi spiegato: “Ne ho cinque fra le due mani. Si possono mettere ovunque? Uno dei posti preferiti sono le mani perchè non ci sono problemi di vene, tendini ecc ecc, è il posto più comodo. Questo è il futuro? Sicuramente, è una delle tecnologie per permettere una maggiore simbiosi fra uomo e macchina, con l’uomo che mantiene comunque la sua identità”.