Il riscaldamento globale è dovuto al Sole: ci sono studi che lo dimostrano, ma vengono ignorati dal Comitato dell’Onu sui cambiamenti climatici (Ipcc). A sostenerlo è Andy May, all’anagrafe John Andrew, geologo e petrofisico con esperienze in diverse parti del mondo. In pensione dal 2016, è membro della Fondazione Clintel e con Marcel Crock ha curato la stesura del Rapporto critico a quello AR6, l’ultimo dell’Ipcc, a cui ha lavorato anche un italiano, il professor Nicola Scafetta, che insegna climatologia all’Università Federico II di Napoli. “Alcuni del gruppo avevano già esaminato le bozze dell’AR6 e avevano segnalato agli autori dell’Ipcc errori e omissioni. Quando era diventato ben chiaro che le segnalazioni, presentate attraverso i canali appropriati, venivano completamente ignorate, allora abbiamo pensato di scrivere tutte le critiche in un documento separato, visto che non sembrava possibile aver soddisfazione dall’Ipcc“, dichiara a La Verità.
“Mostriamo una quantità considerevole di ricerche condotte dopo il 1990 dimostra che la prevalenza della variabilità climatica è naturale. Le oscillazioni naturali delle correnti oceaniche, scoperte dopo il 1990, sono ben correlate con l’attività solare, il che suggerisce che è il Sole il principale motore dei cambiamenti climatici“. Ma questi studi sono stati ignorati dall’Ipcc, segnala Andy May. Non è solo questione di sole e variabilità degli oceani, ma anche di modelli climatici. “Poiché sono deboli le prove dirette che sia la CO2 antropica a controllare il clima, l’Ipcc si affida a modelli climatici di varia complessità per calcolare l’impatto della CO2 sulla temperatura media globale“, spiega il geologo e petrofisico. La conclusione dell’Ipcc è che al raddoppio della CO2 la temperatura globale aumenta di almeno 3 gradi. “Invece noi, utilizzando la stessa ipotesi che sia la CO2 a controllare il clima, dimostriamo che la sensibilità climatica è inferiore a 2 gradi“.
“I MODELLI SBAGLIATI E L’AGENDA POLITICA DELL’IPCC”
“Tutti i modelli prevedono che la media troposfera equatoriale dovrebbe riscaldarsi molto se fosse la CO2 a guidare il clima, ma le osservazioni mostrano in questa regione un riscaldamento molto meno accentuato del previsto“, osserva Andy May nell’intervista a La Verità. Per il geologo e petrofisico non solo i modelli sono difettosi, ma sono sbagliate anche le ipotesi usate per programmare i modelli. “Inoltre, l’Ipcc usa scenari per fare proiezioni sulla temperatura futura, scenari di emissione e scenari economici, ma anche gli scenari di emissione sono sbagliati, cosicché una errata sensibilità climatica e errati scenari di emissione comportano proiezioni economiche irrealistiche“, aggiunge l’esperto. Ma l’Ipcc prevede anche conseguenze disastrose per l’uso di combustibili fossili. “Il fatto è che i disastri meteorologici e climatici non stanno peggiorando, anzi i costi di questi disastri, i morti e i feriti e il loro numero stanno in realtà diminuendo, contrariamente alle previsioni dei modelli“.
Pertanto, il rapporto sarebbe frutto di un’agenda politica. “Dopo il primo rapporto Ipcc, che era di buona qualità, i rapporti successivi sono diventati sempre più politicizzati e non scientifici“. Andy May cita il secondo Rapporto, che fu bollato come “il grande inganno sul riscaldamento globale” dall’allora presidente dell’Accademia nazionale delle scienze degli Usa, Frederick Seitz. Poi c’è il quarto rapporto che nel 2010 fu oggetto di indagine del Consiglio interaccademico dell’Onu a causa di “numerosi errori, pregiudizi e procedure poco trasparenti nella scelta della letteratura scientifica“. L’ultimo rapporto fa anche peggio per Andy May: “Non solo hanno escluso alcuni dei migliori scienziati dal processo dell’Ipcc, ma si sono anche rifiutati di riconoscere anche la sola esistenza del loro lavoro, ignorandolo in toto senza neanche discuterlo. Noi abbiamo scoperto che i lavori esclusi sono solo quelli che contraddicono la narrazione del cambiamento climatico causato dall’uomo che l’Ipcc sta vendendo“.