LO SCIENZIATO RICHARD DAWKINS NELLA BUFERA PER LE DICHIARAZIONI SUI TRANS
Secondo lo scienziato, biologo evoluzionista ed etologo Richard Dawkins il sesso ha solo due generi: le accezioni “trans”, “non-binary” e quant’altro sono da considerarsi «una distorsione della realtà». Parole molto dure che stanno costando allo studioso per decenni punto di riferimento della scienza atea e razionalista una netta condanna dal mondo “woke” e “liberal” negli Stati Uniti.
A fine luglio nel podcast “The Poetry of Reality” Dawkins ha discusso con l’autrice di “Trans: When Ideology Meets Reality”, Helen Joyce, riguardo al concetto di sesso “non binario”: e qui la posizione dello scienziato è stato tutt’altro che aperta alle istanze LGBTQ+ in quanto afferma «Il sesso è davvero binario. Sei maschio o femmina, ed è assolutamente chiaro che puoi farlo sulla dimensione dei gameti. Puoi farlo sui cromosomi. Per me, come biologo, è decisamente strano che le persone possano semplicemente dichiarare ‘Io sono una donna anche se ho un pene’». Dawkins la chiama “ideologia trans” e dice inoltre che è una «distorsione della realtà»: il movimento pro-trans che invita a «formare ragazzi multi-gender» è criticato da Dawkins che nel podcast infine aggiunge «È uno stereotipo contro il quale mi ribello eppure sembra essere sempre più di moda».
Ad aggiungere pepe alle discussioni in Usa sulle tesi di Dawkins si è inserito anche Pier Morgans che nel suo show ha intervistato lo scienziato chiedendo lumi della sempre più crescente “cancel culture” presente anche negli ambienti accademici: «Penso che sia molto triste. Le università sono luoghi in cui dovresti essere libero di esprimere la tua opinione, ascoltare, anche qualcosa che non ti piace, ed è molto tragico che abbiano accettato l’idea che se non ti piace quello che pensi andrai per ascoltare qualcuno, dovresti zittirlo». Nel prosieguo dell’intervista viene chiesto a Dawkins perché la destra accusa la sinistra liberal di voler instaurare una ideologia woke in ogni ambito di società e cultura: sebbene lo studioso sia fortemente anti-destra e anti-Repubblicani, la sua risposta non è piaciuta affatto negli States tanto che viene ora accusato di essere transofobo e discriminatorio. Ecco cosa ha detto: «È bullismo. Abbiamo visto il modo in cui JK Rowling è stata vittima di bullismo, le azioni di Kathleen sono state vittime di bullismo. Hanno resistito, ma è molto sconvolgente il modo in cui questa minuscola minoranza di persone è riuscita a catturare il discorso per dire sciocchezze errate». Secondo Richard Dawkins, la scienza dice da sempre che ci sono due sessi: «Potresti parlare di genere, se lo desideri e questo è soggettivo. Non ci sono 100 sessi, come biologo ci sono due sessi e questo è tutto».
“TRANS È DISTORSIONE DELLA REALTÀ”: DAWKINS DA PALADINO DEGLI ATEI A TRANSFOBO
Un tempo Richard Dawkins era il “paladino” della sinistra razionalista e atea mondiale: gli studi sull’illusione di Dio e delle religioni, la centralità della scienza e gli attacchi alla razionalità cristiana di Papa Benedetto XVI. Da qualche tempo però lo scienziato sudafricano è nel mirino di quella stessa area culturale che lo innalzava a “genio” negli scorsi decenni: precisamente un suo tweet nel 2021 ha fatto balzare la sedia i tanti politicamente corretti che vedono in tesi come quelle di Dawkins sul genere qualcosa di profondamente reazionario e discriminatorio.
Ecco cosa diceva l’etologo solo due anni fa: «Alcuni uomini decidono di identificarsi come donne, alcune donne decidono di identificarsi come uomini. Chi nega che essi sono letteralmente quello con cui si identificano viene denigrato. Discutere». Ora si aggiunge l’intervista con Piers Morgan in diretta tv e le dichiarazioni nel podcast tese a ribadire la sua tesi: ma resta la censura che aleggia in tempi di “cancel culture” e “woke culture”, e non è detto che basterà quanto da Dawkins sottolineato nel 2021 in difesa delle sue argomentazioni, «Non intendevo discriminare le persone transgender. Capisco che il mio quesito accademico sia stato equivocato e me ne rammarico». Già all’epoca quel tweet costò allo scienziato il premio di “umanità dell’anno” conferitogli nel 1996 dalla American Humanist Association: oggi, davanti al ribadire la sua tesi sul genere binario, cosa potrebbe ancora succedere?