Si parla tanto di parità dei sessi. Le differenze però tra maschi e femmine sono palpabili sotto certi punti di vista. Una ricerca del 2021 aveva perfino sostenuto che le differenze tra uomini e donne si riscontrerebbero già nell’utero materno, perchè i due sessi reagirebbero in maniera diversa all’ambiente intrauterino. E le diversità proseguono anche se analizziamo l’incidenza di alcune malattie neurologiche e malformazioni congenite, nonché nella risposta individuale ai farmaci durante l’infanzia. Il professor Emiliano Lambiase, psicologo e psicoterapeuta cognitivo-interpersonale, nonché esperto di ipersessualità patologica, da anni studia la letteratura sulla differenza tra maschie e femmine, e, intervistato a La Verità, è giunto ad alcune sue conclusioni interessanti.
Innanzitutto ha voluto porre l’attenzione sulla differenza tra ‘genere’ e ‘sesso’, troppo spesso confusi. “Generalmente il sesso riguarda la biologia mentre il genere si riferisce agli atteggiamenti, sentimenti e comportamenti che una determinata cultura attribuisce al sesso biologico. Simili definizioni non sono però unanimi. C’è chi definisce il sesso in base ai cromosomi e chi in base alla potenziale produzione di gameti (ovuli o spermatozoi), e chi lo considera binario – salvo varianti intersessuali – oppure chi ritiene le intersessualità al pari degli altri sessi, abolendo quindi il binarismo. Ma ancora più dibattito c’è sull’uso del termine genere”.
TRA UOMO E DONNA ESISTONO DIFFERENZE ‘DI TENDENZA’
Lambiase ha voluto sottolineare come non si possa parlare di differenze nette tra uomo e donna. Più propriamente sembrerebbe essere il caso di parlare di ‘differenze di tendenza’. Secondo Lambiase “anche piccole differenze possono portare a grandi effetti comportamentali. Nell’ambito delle scienze sociali non dobbiamo per forza attenderci risultati rilevati per poter affermare di aver trovato un risultato significativo.” Ha poi aggiunto: ”La solidità di una prova può derivare da tanti fattori: dalla significatività statistica del risultato, dalla ripetizione dello stesso risultato in più ricerche, oppure in ricerche in epoche diverse, culture diverse, specie diverse, su campioni molto ampi, in base all’età di insorgenza delle differenze o alla correlazione con fattori di tipo biologico/fisiologico.”
A rilevare sarebbe inoltre la configurazione delle caratteristiche, alcune delle quali possono avere risvolti significativi a livello comportamentale. Se poi consideriamo l’aspetto lavorativo, il professore ha anche voluto porre l’accento sulla diversa propensione tra uomo e donna. Mentre l’uomo sarebbe infatti più propenso a svolgere lavori che hanno a che fare con la manipolazione delle cose, la donna amerebbe maggiormente intrattenere rapporti con le persone.