Il Family Global Compact (già presentato su queste pagine in occasione del suo lancio) è un progetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, con la collaborazione del Cisf (Centro Internazionale Studi Famiglia), avviato nel 2021 e conclusosi lo scorso 30 maggio 2023 con la presentazione del documento finale. Nel testo (il Family Global Compact vero e proprio) sono stati individuati 14 temi chiave, oggi cruciali per il futuro della famiglia a livello mondiale, relativi alla qualità interna delle relazioni familiari, al rapporto tra famiglia e società, al ruolo attivo delle famiglie nella vita sociale, all’individuazione delle politiche pubbliche che meglio possono aiutare a far fiorire la vita delle famiglie. Per ciascun tema chiave il Family Global Compact individua le sfide prevalenti,tratteggia le possibili proposte e azioni specifiche per sostenere le famiglie, e indica anche una “agenda di temi di ricerca” per le università.
Si è inoltre rinforzato, grazie a questi due anni di lavoro, il collegamento internazionale tra i vari centri di ricerca universitari sulla famiglia, attraverso il rilancio della rete Rediuf, per costruire un sistema di connessioni che faciliti un regolare scambio di informazioni, dati di ricerca, eventi comuni, progetti di indagine transnazionali, scambi di esperti tra università e gruppi di ricerca di diversi Paesi.
In parallelo il Cisf ha pubblicato un Quaderno on line, Uno sguardo sulla famiglia nel mondo. Appunti di ricerca in preparazione del Family Global Compact , scaricabile gratuitamente in versione pdf dal proprio sito, in cui vengono offerti i principali spunti e risultati di ricerca emersi dal dialogo con questi centri universitari. I materiali sono stati raccolti con diversi strumenti di indagine, oltre che attraverso un’attenta ricognizione del web: in particolare sono stati realizzati due questionari on line, tre expert meeting in videoconferenza e un seminario conclusivo.
In tal modo si è costruito un meccanismo di raccolta di informazioni partecipativo, dal basso (bottom-up), in cui gli enti di ricerca presenti nei vari contesti nazionali potessero comunicare i principali risultati del loro lavoro, valorizzando così le specificità e le differenze territoriali a livello mondiale, con particolare attenzione alla condizione sociale e relazionale delle famiglie e alle politiche pubbliche relative. Se, infatti, la “vertenza famiglia” ha elementi comuni a livello globale, è evidente che ogni contesto nazionale propone scenari ben diversi, con priorità e criticità fortemente eterogenei; ad esempio, il nodo della vulnerabilità/povertà economica ha volti ben diversi in Europa e in Sud America, così come sono diversi l’impatto e la rilevanza culturale e giuridica del dibattito sul gender. Le stesse politiche pubbliche per la famiglia evidenziano fortissime differenze anche all’interno della stessa area geografica: basti pensare al contesto europeo, se si confronta l’ormai ampiamente consolidato quoziente familiare francese e i primi timidi passi – pur nella giusta direzione – dell’Assegno unico universale, per il figlio, nel nostro Paese (vedi anche qualche riflessione da me proposta recentemente su queste pagine).
Difficile rendere giustizia in poche righe alla ricchezza delle 150 pagine del report “Una sguardo sulla famiglia nel mondo”: si possono però ricordare le ricadute operative che ci si aspetta da questo lavoro, indicate nelle riflessioni conclusive da Pierpaolo Donati, che le sintetizza in:
“(i) innanzitutto, lo stimolo alle Università perché investano maggiori risorse, umane, organizzative e finanziarie, sulle tematiche familiari, rispetto ad altri ambiti di ricerca;
(ii) sostenere la formazione di reti fra i Centri/Istituti di ricerca, a partire da quelle già esistenti, allo scopo di coordinare in modo più efficace le attività delle singole sedi; si tratta di adottare uno stile di lavoro che opera in rete;
(iii) favorire la complementarità e la interdisciplinarità delle ricerche nelle stesse sedi e fra sedi diverse;
(iv) la creazione e la diffusione di buone pratiche di servizi alle famiglie, sia in ambito civile sia in ambito pastorale;
(v) rendere le famiglie protagoniste della società facendo della famiglia un vero soggetto sociale.
In sintesi, il Family Global Compact costituisce una agenda di lavoro per nuove politiche sociali, economiche e culturali, per nuovi servizi sul territorio e per collegare le attività pastorali alla vita quotidiana delle famiglie. La speranza è che il messaggio venga raccolto e dia vita ad una nuova stagione di ricerche e pratiche sociali e pastorali capaci di mostrare la bellezza della famiglia e i suoi frutti, che sono quelli dei beni relazionali che rendono buona, coesa e inclusiva la società”.
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