IL GOVERNO ‘RITOCCA’ I MARGINI D’INTERESSE SULLA TASSA EXTRAPROFITTI
Il Governo Meloni ha pubblicato sul sito di Palazzo Chigi il comunicato stampa ufficiale sul CdM in merito al doppio decreto omnibus: ebbene, vengono rivisti al rialzo, rispetto alla bozza di ieri, i margini di interessi sui quali scatta la tassa sugli extraprofitti delle banche. L’imposta straordinaria del 40% sugli extraprofitti è applicata «sul maggior valore del margine di interesse di due periodi con due diverse soglie».
Ma se prima le soglie erano al 3% per il 2022 e al 6% per il 2023, ecco che il comunicato stampa del Governo ritocca al rialzo tali soglie. Il Decreto “Asset” dunque contiene la seguente norma: «andrà calcolato il margine di interesse registrato nel 2022 che eccede per almeno il 5% quello dell’esercizio 2021, e quello del 2023 che eccede per almeno il 10% quello sempre del 2021, poi preso il maggiore dei due a cui applicare l’aliquota del 40%». Secondo l’analisi di Piazza Affari dopo la difficile mattinata dei titoli di banche in Borsa, il nuovo impatto simulato dopo la notizia della tassa sugli extraprofitti «è anche superiore alla simulazione che abbiamo eseguito ad aprile», calcolando che «l’utile netto delle banche nel 2023 potrebbe essere ridotto di circa il 10 per cento».
IL GOVERNO A SORPRESA VARA LA TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI DELLE BANCHE
«Usare parte dei profitti miliardari delle banche per aiutare famiglie e imprese colpite dall’aumento dei tassi»: così il vicepremier e Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha spiegato lunedì in conferenza stampa la nuova tassa al 40% sugli extraprofitti delle banche circoscritta al solo anno 2023. Una mossa a sorpresa varata dal Governo Meloni nel Decreto omnibus “Asset” e che emerge dal “patto” siglato con le banche per un sostegno all’economia in un momento di forte crisi dovuto al combinato disposto guerra-inflazione-energia.
«Una norma di buonsenso approvata in Consiglio dei Ministri per sostenere chi è in difficoltà. Avanti così», ha poi commentato Salvini sui social sottolineando la novità della norma portata e approvata in Consiglio dei Ministri dal Ministro dell’Economia (e numero 2 della Lega) Giancarlo Giorgetti. La tassa sugli extraprofitti delle banche parte dall’assunto del Governo sui guadagni miliardari incassati dalle banche grazie all’aumento dei tassi di interesse varati dalla BCE: l’obiettivo, sottolinea ancora il vicepremier, «è ricavare fondi da destinare al taglio delle tasse e al sostegno delle famiglie messe in crisi dall’innalzamento dei mutui».
COME FUNZIONA LA TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI DELLE BANCHE E PER CHI È RIVOLTA
«Si verrà a contare un 40 per cento di prelievo dagli extra-profitti multimiliardari per le banche, limitato al 2023», ha sottolineato in conferenza stampa il Ministro Salvini, aggiungendo «pensiamo sarà abbastanza congruo, andrà ad alimentare le voci sul taglio delle tasse ed il sostegno per i mutui sulla prima casa». L’incasso dello Stato sulla nuova tassa per gli extraprofitti delle banche dovrebbe essere tra i 2 e i 3 miliardi di euro, valuta oggi il “Sole 24 ore”: varrà sui bilanci 2022 e 2023 e funzionerà pressapoco in questo modo.
Il prelievo del 40% sugli extraprofitti intanto scatterà se il margine di interesse registrato nel 2022 «eccede per almeno il 3% il valore dell’esercizio 2021. Percentuale che sale al 6% confrontando il 2023 col 2022», si legge nel testo circolato sul Decreto Asset. La tassa straordinaria prevede che venga versata entro il sesto mese successivo alla chiusura dell’esercizio antecedente a quello in corso all’1 gennaio 2024. Non solo, i soggetti che approvano il bilancio oltre il termine di quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio, possono effettuare il versamento varato dal Governo «entro il mese successivo a quello di approvazione del bilancio»; per i soggetti invece con esercizio non coincidente con l’anno solare, qualora il termine di cui ai primi due periodi scade nell’anno 2023, il versamento «è effettuato nel 2024 e, comunque, entro il 31 gennaio», rileva SkyTG24.
La nuova tassa sugli extraprofitti delle banche non potrà in ogni modo superare il 25% del patrimonio netto del singolo istituto: da ultimo, l’imposta “una tantum” non è deducibile ai fini delle imposte sui redditi e dell’imposta regionale sulle attività produttive (Irap). Negli scorsi mesi si era espresso a favore di un intervento simile l’ad di Banca Intesa Sanpaolo Carlo Messina mentre aveva trovato fredda accoglienza negli altri grandi istituti di credito italiani: stamane la Borsa registra una perdita importante di tutte le banche italiane dopo l’annuncio del Dl omnibus “Asset” varato in CdM: mostra il “Sole 24 Ore”, «perdono Bper Banca -8,12% , Banco Bpm -6,83%, Intesa Sanpaolo -7,42%, Banca Monte Paschi Siena -9,13%, Unicredit -5,83% e Mediobanca -3,02%».
Usare parte dei profitti miliardari delle banche per aiutare famiglie e imprese colpite dall’aumento dei tassi.
Una norma di buonsenso approvata in Consiglio dei Ministri per sostenere chi è in difficoltà.
Avanti così. pic.twitter.com/bDvkWpglDc— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) August 7, 2023