Ancora una videochiamata live tra due detenuti. Lui si fa chiamare “El Guzman” ed è rinchiuso a Poggioreale, lei invece parla dal carcere femminile e mostra persino la sua faccia. Sono solo due dei detenuti che usano i social network per esaltare la vita criminale e scelgono i nomi di personalità note per assegnarli ai propri profili. E proprio da questi profili partono le videochiamate dal carcere o delle dirette che vengono poi diffuse sui social.
Nel caso menzionato dal deputato Francesco Emilo Borrelli, “El Guzman” (nome che fa riferimento al signore della droga messicano Joaquín “El Chapo” Guzmán) è il nickname scelto da un detenuto del carcere di Poggioreale che in una diretta parla con una detenuta di un carcere femminile. I due, nella videochiamata in diretta, affrontano vari argomenti e più volte menzionano e insultano proprio il deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli, che ormai da tempo denuncia il fenomeno delle dirette social dalle carceri.
Borrelli: “Serve la schermatura elettronica”
“Se vede questa diretta sai come va in freva (si agita, ndr) Borrelli” scrive uno degli utenti proprio sotto la diretta tra “El Guzman” di Poggioreale e una detenuta donna. Lo stesso deputato, in risposta ai detenuti, sul suo profilo Facebook replica: “Si credono più forti e più furbi delle Istituzioni, pensando di rimanere per sempre impuniti anche quando violano le regole base del regime carcerario a cui sono sottoposti. Non gli basta, appunto, di essere già rinchiusi in galera, devono continuare ad infrangere le leggi per porsi come anti-Stato”.
Per questo motivo, “Non lo tollereremo più. Mi recherò personalmente presso la Casa Circondariale di Poggioreale per parlare della questione con il direttore e trovare una soluzione per fermare l’utilizzo improprio dei cellulari che a quanto pare continua indisturbata. È un problema che comunque si ripropone di diverse carceri. Noi come soluzione abbiamo proposto la schermatura elettronica. Perché non la si applica?” si chiede Borrelli.