L’Ucraina non è disposta a negoziare con Vladimir Putin, ma una mediazione da parte di terzi è possibile: netto Dmytro Kuleba. Intervistato dal Corriere della Sera, il ministro degli Esteri ucraino si è soffermato sulla controffensiva, che progredisce lentamente ma con continuità: “I problemi maggiori sono costituiti dalle forti posizioni difensive erette dai russi nell’arco dell’ultimo anno. Non è facile per i nostri soldati avanzare. Ma alla fine ce la faremo”.
Le capacità militari ucraine crescono mentre quelle russe diminuiscono, ha proseguito Kuleba, che ha poi analizzato il recente summit di Gedda, dove la Cina ha firmato la dichiarazione finale a sostegno dell’integrità territoriale di Kiev, ribadendo l’amicizia con Mosca: “È stato fondamentale che la Cina fosse al summit, un messaggio politico positivo: presente ad un incontro multilaterale in cui si discuteva il piano di pace ucraino. Anche se adesso non ci attendiamo svolte drammatiche da parte cinese. E comprendiamo anche la relazione speciale che intercorre tra Mosca e Pechino. Ciò richiede una diplomazia molto delicata per garantire che la Cina resti dalla parte della pace e dell’integrità territoriale ucraina”.
L’analisi di Kuleba
Kuleba ha ribadito che Putin non è un partner con cui trattare, considerando i crimini gravissimi che ha commesso. Sicuramente Zelensky non sarà al tavolo con lui, ma le trattative per il ritiro delle truppe russe dalle terre ucraine si potrebbero portare avanti con altri attori: “Questo obbiettivo può essere raggiunto con un misto di guerra e diplomazia. I nostri generali si occupano della prima, il loro lavoro è spingere i russi a ritirarsi e a comprendere che parlare è meglio che combattere. Io mi occupo della diplomazia e di dialogare quando possibile”. A proposito dei partner per trattare, Kuleba ha evidenziato: “L’anno scorso l’accordo sul grano è stato mediato dal Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, e dal presidente turco Erdogan. C’erano stati due accordi separati con noi e con Mosca, mai un’intesa diretta. Necessitiamo di una certa creatività per trovare soluzioni. Noi le cercheremo con ogni mezzo, ma al momento mancano le condizioni: la Russia continua ad attaccarci, preferisce la guerra alla pace”. Una battuta sul dialogo con l’Italia: “Ringraziamo di cuore tutti i nostri amici. Ma diciamo anche che gli aiuti saranno sufficienti solo quando avremo vinto questa guerra, sino ad allora continueremo a chiedere armi e munizioni. Le relazioni tra Kiev e Roma sono al massimo storico. Ringraziamo la premier Giorgia Meloni: agisce da vera europea e da italiana che ha compreso la gravità della minaccia strategica rappresentata dalla Russia per l’Europa intera. In particolare, chiediamo all’Italia artiglierie, munizioni e sistemi antiaerei”.