LA STORIA DI ELISABETTA LACHINA A “LE RAGAZZE”
Elisabetta Lachina è tra le protagoniste questa sera della puntata de “Le Ragazze” che ci accingiamo a vedere in televisione: il programma condotto su Rai 3 (a partire alle ore 21.20) da Francesca Fialdini e che racconta, tra interviste alle dirette interessate ma pure testimonianze e immagini di repertorio, la storia di quelle donne che hanno segnato in qualche modo, nella vita pubblica o anche nel privato con piccoli gesti, l’Italia del XX secolo. E la Lachina, seppur poco conosciuta dal grande pubblico, rappresenta un chiaro esempio di coraggio e determinazione, la richiesta di verità e giustizia che viene dal basso da parte di una ex ragazza degli Anni ottanta: Elisabetta infatti è la figlia di Giuseppe Lachina e Giulia Reina, due delle vittime della strage di Ustica del DC-9 Itavia, una tragedia che da quel 27 giugno 1980 ha cambiato per sempre la sua vita e la cui eco continua a riverberarsi ai giorni nostri.
Dopo oltre quarant’anni, infatti, le famiglie delle 81 persone che morirono nell’incidente (ancora avvolto dal mistero) occorso all’aeromobile nel Mar Tirreno meridionale, in quel tratto compreso appunto tra le isole di Ustica e Ponza, chiedono ancora giustizia e la storia di Elisabetta Lachina da questo punto di vita è esemplare: da quel giorno la figlia di Giuseppe e Giulia lotta non solo per conoscere la verità su quanto accaduto ma anche per tenere vivo il ricordo dei genitori, morti rispettivamente a soli 57 e 50 anni. Lei, assieme ai fratelli Riccardo, Elisabetta e Rosalinda si trovò da un giorno all’altro a sopportare un fardello insostenibile, unito poi al fatto che negli anni cresceva l’amarezza per una verità che sembra essere sempre negata. “Ustica ha condizionato tutta la mia vita, anche se ho cercato a lungo di rimuoverla” aveva raccontato tempo fa la Lachina, spiegando che questo è uno dei motivi per cui non è riuscita ancora ad elaborare il lutto.
LA FIGLIA DI DUE VITTIME DELLA STRAGE DI USTICA: “NON HO PERSO LA SPERANZA”
Non solo: “Noi non siamo ancora riusciti a seppellire davvero i nostri genitori. Sono 40 anni che è sempre il 27 giugno” dichiara tra le lacrime Elisabetta proprio in un passaggio dell’intervista realizzata per questa puntata de “Le Ragazze”. E ripercorrere quei drammatici momenti, le informazioni che arrivavano dai telegiornali e le prime immagini diffuse è sempre difficile per tutti i famigliari delle vittime: “Allora eravamo confusi, eravamo dei ragazzini…. I primi giorni abbiamo cercato di sopravvivere a quello che ci era piombato addosso, qualcosa di troppo grande. In quello smarrimento abbiamo aspettato le indagini, e lì è iniziata la prima confusione” racconta la Lachina che nelle varie interviste concesse negli anni, non ha mai “perso la speranza di conoscere la verità”.
Come è noto, il relitto del DC-9 aveva atteso 26 anni per essere trasferito dall’hangar dell’aeroporto di Pratica di mare, dove era rimasto a disposizione della magistratura, al Museo della Memoria creato appositamente a Bologna. La data è quella del 5 giugno 2006, quando Elisabetta per sua stessa ammissione era riuscita a “versare le prime lacrime per mamma e papà, per decenni non sono stata in grado di farlo”. E la foto della donna che, assieme alla figlia, accarezza uno dei resti dell’aeromobile, un oblò, ha fatto il giro dei media ed è diventato per molti uno dei simboli non solo di quella strage ma pure del dolore di chi è rimasto a combattere per conoscere davvero cosa successe quel giorno. “Io li ho immaginati seduti a chiacchierare, papà che accarezzava la mano della mamma, lei che aveva paura di volare. Ho trascorso giorni e notti in preda alla disperazione, ostaggio di un passato doloroso, che però era giunto il momento di guardare in faccia”. E poi il solito, accorato appello: “A chi sa e tace, dico ‘mettete fine a questa storia infinita, dateci la possibilità di seppellire dignitosamente i nostri cari’…”.