Non concedere lo sconto di pena e, quindi, la libertà anticipata a Salvatore Parolisi: è quanto chiede la famiglia di Melania Rea, che ha presentato una richiesta formale al magistrato di sorveglianza. Lo stesso tribunale di Milano aveva sospeso i permessi premio per l’uomo, condannato in via definitiva per l’omicidio della moglie. L’istanza fa riferimento ai 45 giorni di sconto di pena ogni 6 mesi trascorsi in cella dal detenuto: così Parolisi potrebbe uscire prima dal carcere di Bollate rispetto ai 20 anni a cui è stato condannato.
L’avvocato Mauro Gionni, che rappresenta il padre e il fratello della vittima, ha elencato una serie di motivi, con quello principale che fa riferimento al fatto che con l’intervista resa da Salvatore Parolisi avrebbe dimostrato di “non aver compreso il significato della condanna“. Proprio quell’intervista aveva spinto il tribunale a sospendere i permessi premio concessi al detenuto fino ad ottobre 2023 per fare volontariato in parrocchia. Stando al legale della famiglia di Melania Rea, “i criteri per i permessi premio sono simili a quelli che giustificano la concessione della cosiddetta liberazione anticipata“, quindi anche questa non andrebbe concessa.
“ORA SALVATORE PAROLISI SAREBBE ALL’ERGASTOLO”
Il legale ha rimarcato che l’unico motivo per il quale Salvatore Parolisi sarebbe stato condannato a 20 anni di carcere per l’omicidio di Melania Rea è che “all’epoca gli fu contestata una unica aggravante e cioè la crudeltà“, che poi “cadde in Cassazione“. Ora invece Parolisi “avrebbe preso l’ergastolo, con o senza crudeltà, perché le norme sono mutate“. Il legale, come riportato da Fanpage, fa riferimento al codice penale, dove “è stata aggiunta come aggravante per l’ergastolo il fatto di uccidere il coniuge, non presente ai tempi“. Nell’istanza aggiunge che “oggi non avrebbe potuto fare l’abbreviato, con lo sconto di pena, come invece era consentito all’epoca“.
In ordine alla pena, dunque, oggi dal punto di vista giuridico sarebbe andata diversamente, “avrebbe preso l’ergastolo“. Per la famiglia Melania Rea, le dichiarazioni di Salvatore Parolisi confermano “l’assenza di consapevolezza del rispetto per le vittime di reato, la defunta moglie, accusata di essere la causa dei suoi tradimenti, e la suocera, colpevole di essere stata invadente dopo la nascita della figlia“. Pertanto, rendere un’intervista di quel tipo, durante la prima uscita per un permesso premio dopo tanti anni di reclusione, è considerata “ostativa alla concessione della liberazione anticipata, perché sintomatica della non adesione del condannato al programma rieducativo. Non solo per il semestre oggetto di valutazione ma anche per i successivi“.