Fermato dalla polizia stradale durante un normale controllo, ha provato in maniera rocambolesca a scappare prima in auto, poi a piedi. Una reazione legata a diversi motivi: in primis non poteva guidare, inoltre era ubriaco alla guida. Il ragazzo bloccato è Lucio Marzo, 24enne pugliese di Castrignano del Capo, in provincia di Lecce, condannato in via definitiva per l’omicidio della fidanzata 16enne, Noemi Durini, che uccise il 3 settembre 2017.
La vicenda risale a giovedì 10 agosto 2023 e lo scenario è stato Cagliari, dove il ragazzo è detenuto in carcere. Era in permesso premio per svolgere un’attività lavorativa in un esercizio commerciale a Sarroch. Però tra le prescrizioni del provvedimento c’era anche il divieto di uso di veicoli a motore. Sottoposto ad approfondimenti etilometrici, Lucio Marzo è risultato positivo. Pertanto, come evidenziato da Repubblica, per lui è scattata una denuncia a piede libero per guida in stato di ebbrezza.
OMICIDIO NOEMI DURINI: LA DETENZIONE IN SARDEGNA
L’attenzione degli agenti della polizia stradale di Cagliari è stata richiamata dall’eccessivo rumore dell’auto che Lucio Marzo stava guidando. C’è stato un inseguimento in auto rocambolesco e un tentativo di fuga, poi è scattato il fermo e la denuncia di Lucio Marzo, che scosse tutta l’Italia per l’omicidio di Noemi Durini. Reo confesso, il giovane, che all’epoca dei fatti aveva 18 anni, sta scontando la sua pena a 18 anni e otto mesi di carcere in quello minorile di Quartucciu. Il cadavere della ragazza fu ritrovato dieci giorni dopo la denuncia della sua scomparsa: era stato occultato sotto un cumulo di pietre nelle campagne di Castrignano del Capo.
Tre anni fa Lucio Marzo aveva chiesto di poter lavorare in stato di detenzione. Una richiesta che la famiglia di Noemi Durini non gradì, ma l’attività extra carceraria rientra tra le misure previste per il recupero di detenuti. Infatti, Marzo era in regime di permesso premio concesso dall’autorità giudiziaria proprio per lavorare a Sarroch, dove era stata disposta la dimora prima di rientrare all’istituto di pena minorile.