Bashar al-Assad accoglierebbe i rifugiati che sono scappati dalla lunga guerra civile in Siria. Lo ha dichiarato proprio il presidente siriano in un’intervista a Sky News Arabia, la prima con un media straniero da mesi, spiegando che il motivo per il quale i rifugiati non tornano in patria è legato alla situazione economica del Paese, indicando nell’immagine della guerra in Siria la mancanza nell’economia dei tanto importanti investimenti internazionali. “Negli ultimi anni abbiamo visto tornare poco meno di mezzo milione di persone e nessuno di loro ha subito danni. Ciò che ha impedito ad altri di tornare è la situazione economica“, ha dichiarato il presidente della Siria. “Come può un rifugiato tornare senza elettricità, senza scuola per i suoi figli o senza cure mediche? Queste sono cose essenziali per la vita. Questa è la ragione. Abbiamo graziato tutti i rifugiati che sono tornati, tranne quelli che hanno commesso gravi crimini“.
Eppure, diversi gruppi per i diritti umani e organizzazioni internazionali, tra cui le Nazioni Unite, Human Rights Watch e Amnesty International, hanno dichiarato che non è sicuro per i rifugiati tornare in Siria. Ad esempio, coloro che sono tornati hanno dovuto affrontare “gravi abusi dei diritti umani e persecuzioni per mano del governo siriano e delle milizie affiliate“, ha dichiarato Human Rights Watch.
ASSAD “GUERRA IN SIRIA OSTACOLO A CRESCITA”
In 12 anni di guerra oltre la metà dei 22 milioni di abitanti della Siria prima del conflitto sono scappati. Questo è stato peraltro uno dei fattori principali della crisi dei migranti in Europa. Canada e Olanda hanno recentemente presentato una denuncia per tortura contro la Siria alla Corte internazionale di giustizia per “l’uccisione illegale” di migliaia di civili. Ma queste accuse non hanno impedito a Bashar al-Assad di essere riaccettato dai leader mediorientali. Per quanto riguarda le dure sanzioni Usa, chiamate Caesar Act, il presidente siriano ha spiegato che “sono un ostacolo senza dubbio, ma non sono l’ostacolo più grande” alla crescita della Siria.
Il principale ostacolo al rientro in patria di milioni di rifugiati siriani è “rappresentato dai terroristi che demoliscono le infrastrutture. L’ostacolo più grande è l’immagine della guerra in Siria che proibisce a qualsiasi investitore di trattare con il mercato siriano“, ha dichiarato Bashar al-Assad. Nonostante il sostegno di Russia e Iran, la valuta siriana è al collasso e il Paese soffre per la mancanza di elettricità, medicine e beni di prima necessità.
L’ACCUSA DI ASSAD ALLA TURCHIA
Bashar al-Assad ha precisato di non aver preso mai in considerazione l’ipotesi di lasciare la Siria. “Non ci sono state richieste interne per la partenza del presidente. È importante che un presidente se ne vada, o lasci le sue responsabilità per essere più precisi, quando il popolo lo richiede – non a causa di interferenze esterne o guerre esterne. Quando è per motivi interni è normale, ma quando è a causa di una guerra esterna si chiama fuga o fuga. E io non ho mai pensato di fuggire“, ha dichiarato a Sky News Arabia. Inoltre, ha attaccato la Turchia, accusando Ankara per la recrudescenza della violenza nel suo Paese devastato dalla guerra e insistendo sul ritiro delle forze turche dalla Siria.
“Il terrorismo in Siria è prodotto in Turchia“. Il presidente siriano ha poi negato le voci di un prossimo incontro tra lui e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, nonostante gli incontri tra i ministri della Difesa e degli Esteri della Turchia e della Siria, con la mediazione russa e iraniana, per ripristinare i legami tesi. Per Damasco, Ankara deve presentare un calendario per il ritiro delle truppe turche dalla Siria al fine di normalizzare le relazioni. “L’obiettivo di Erdogan nell’incontrarmi è legittimare l’occupazione turca in Siria. Perché io ed Erdogan dovremmo incontrarci? Per bere bibite?“, ha dichiarato Assad.