LA POLONIA ANNUNCIA IL TESTO DEL QUESITO PER IL REFERENDUM SUI MIGRANTI
Il Governo in Polonia ha confermato per il prossimo 15 ottobre un referendum per chiedere ai cittadini se siano favorevoli o no alla costruzione di un muro-barriera anti-migranti al confine con la Bielorussia: il voto si terrà il 15 ottobre 2023, lo stesso giorno delle Elezioni Politiche che terranno l’Europa con i riflettori puntati per capire se si confermerà una maggioranza filo-Meloni o se prevarranno i conservatori-liberali più vicini al PPE.
Il Premier Mateusz Morawiecki assieme al Ministro della Difesa Mariusz Blaszczak hanno svelato anche il testo del quesito che subito ha registrato non poche polemiche in vista del referendum programmato il 15 ottobre: «Siete favorevoli all’ammissione di migliaia di immigrati clandestini dal Medio Oriente e dall’Africa nell’ambito del meccanismo di ricollocazione forzata imposto dalla burocrazia europea?». Lo stesso Primo Ministro ha sottolineato sui social media come il suo partito “Diritto e Giustizia” (legato alla famiglia europea di ECR, la cui Presidente è Giorgia Meloni) intende battere sul tema migranti sia nella campagna elettorale delle Politiche 2023 che per le Europee 2024.
REFERENDUM MIGRANTI, LA POLONIA SFIDA L’EUROPA E L’ACCORDO DI GIUGNO
Se in un primo momento la proposta del Governo conservatore targato Morawiecki di costruire un muro al confine con la Bielorussia aveva scatenato non poche perplessità in Polonia, alla luce della esplosiva situazione attuale con Lukashenko sempre più alleato della Russia di Putin dopo l’invasione dell’Ucraina, il dibattito nazionale si è spostato decisamente a favore di ogni forma di protezione dai vicini bielorussi. Se si aggiunge che il Paese membro NATO è il fronte più “caldo” al momento per potenziali interventi militari qualora il conflitto russo-ucraino esplodesse in una vera e propria terza guerra mondiale, il caos migranti in Polonia è da tenere doppiamente sotto controllo per la comunità internazionale e per l’Ue.
Vi è ogni giorno un numero sempre crescente di migranti dalle principali regioni teatro di crisi che vogliono raggiungere i Paesi dell’Ue tramite la Bielorussia e poi la Polonia: già oggi esiste una barriera di 418 chilometri, con una recinzione di 5,5 chilometri che protegge parte dei confini ma il referendum intende produrre una difesa ancora più massiccia. Va ricorda come il 15 ottobre gli elettori polacchi sono chiamati anche a esprimersi con altri referendum: dalle politiche europee di asilo alla privatizzazione delle imprese di Stato fino all’innalzamento dell’età pensionabile. Le opposizioni accusano il Pis (partito di Morawiecki) di usare i referendum per mobilitare ulteriori elettori per le parlamentari. Ma il voto in Polonia sul tema migranti è anche un guanto di sfida lanciato all’Unione Europea dopo gli accordi di giugno: i ministri Ue dell’Interno avevano infatti approvato le nuove misure europee in materia di immigrazione con il voto contrario di Polonia e Ungheria. Ora, sebbene il referendum non avrà un impatto diretto sulle politiche migratorie europee, resta il messaggio politico che vuole dare la Polonia di Morawiecki: «l’Italia e la Polonia condividono un’esperienza comune nell’ambito dell’immigrazione clandestina e concordano sulla necessità di trovare soluzioni strategiche a lungo termine nell’Unione europea», così il Premier nella recente intervista al “Corriere della Sera” dopo il vertice nelle scorse settimane con la leader ECR Giorgia Meloni, «La vicinanza politica è la nostra forza e costruisce il potenziale per soluzioni comuni alle sfide che dobbiamo affrontare come Ue. La Polonia e l’Italia vogliono un’Europa forte, un’Ue che sia un attore globale e tenga conto degli interessi di tutti gli Stati membri, in egual misura».