L’Algeria ha deciso di vietare il popolare film di Barbie, tre settimane dopo la sua uscita della pellicola nella nazione nordafricana. Il ministero della Cultura del Paese a maggioranza musulmana, ha chiesto alle sale di ritirare immediatamente il celebre film hollywoodiano. Come spiegato da una fonte ufficiale alla Bbc, il film è accusato di promuovere l’omosessualità e non rispettare le credenze religiose e culturali del Paese.
Come spiegato dal sito 24H Algérie e riportato da Ansa, il film è stato ufficialmente bandito per “danno morale”. Dal giorno della sua uscita, Barbie ha avuto un successo incredibile, facendo registrare sempre il tutto esaurito. L’Algeria, però, non è il primo Paese ad assumere una simile decisione: lo aveva già fatto il Kuwait la scorsa settimana, vietando Barbie per proteggere “l’etica pubblica”. Algeria, Kuwait e non solo: anche il Libano ha bandito le proiezioni di Barbie con l’accusa lanciata dal governo di “promuovere l’omosessualità”.
Proteste e polemiche
Dopo la decisione dell’Algeria di vietare la pellicola, non mancano le polemiche. “Il film ‘Barbie’ ‘è una minaccia alla moralità’, dicono. Di quale moralità parlano quando i censori si rimpinzano di film porno a casa loro? Non siete stanchi di trascinare il Paese nei vostri oscuri deliri?” ha scritto su Facebook la scrittrice algerina Leila Belkacem. Il film con protagonisti Margot Robbie e Ryan Gosling è stato molto apprezzato nel Paese, così come in tanti altri.
Fatima Ait Kaci, un’insegnante in pensione, ha spiegato all’Associated Press di aver portato le sue nipoti, in visita dal Canada, a vedere il film, senza sapere cosa fosse successo a “Barbie”. Solo quando sono arrivate al cinema Riadh El Feth di Algeri, hanno scoperto che al posto della pellicola hollywoodiana era in programmazione un altro film. La donna ha dichiarato che le autorità algerine “non hanno il coraggio di assumersi la responsabilità di questo vergognoso atto di censura”. Sempre in Algeria, la settimana scorsa, l’Autorità di regolamentazione audiovisiva ha annunciato la decisione di sospendere “temporaneamente” la programmazione intera del canale televisivo privato Es Salam per aver trasmesso “in modo irresponsabile e non professionale, un programma contenente scene contrarie ai precetti dell’Islam e allo stile di vita della società algerina”.