IL MAROCCO CHIEDE UFFICIALMENTE DI ENTRARE NEL GRUPPO BRICS
Il Regno del Marocco ha presentato in via ufficiale la sua candidatura per entrare al più presto nel gruppo BRICS, le economie mondiali “emergenti” che comprendono ad oggi Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. In vista del prossimo vertice a Johannesburg (22-24 agosto), il Marocco del Premier Aziz Akhannouch – dopo una lunga fase diplomatica di diversificazione dell’economia tanto con i Paesi occidentali quanto con Russia e Cina – sarà in prima fila per cercare di entrare nel gruppo delle principali economie di mercato “alternative” al G7 (Usa, Uk, Giappone, Canada, Italia, Germania, Francia).
La notizia della candidatura del Marocco è stata rilanciata questa mattina dal quotidiano in lingua araba Al-Akhbar, ripresa poi in Italia dal portale “It.Dayfr.com”: il Ministro sudafricano per le Relazioni e la Cooperazione Internazionale, Naledi Pandor, ha confermato stamane la candidatura del Marocco che si aggiunge a quella già esistente e piuttosto nutrita di Algeria, Egitto, Congo, Argentina, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi. «L’adesione è semplicemente giustificata dalla ricerca di una maggiore cooperazione internazionale e dal rafforzamento delle relazioni strategiche del Marocco con tutti gli Stati e tutti i gruppi e le organizzazioni regionali», spiega ancora l’editorialista di Al-Akhbar nel riportare le considerazioni sugli scenari che si aprono davanti ora per il Marocco. Qualora infatti i BRICS accetteranno l’ingresso eventuale di Rabat, la crescita economica dovrebbe andare di pari passo con quella geopolitica, anche se al momento non sarebbe un problema diversificare le partnership con l’Occidente (come già fanno altri Paesi del gruppo, ad esclusione della Russia per via della guerra in Ucraina).
DOPO L’ALGERIA IL MAROCCO: L’AFRICA SEMPRE MENO OCCIDENTALE (COME DIMOSTRA IL NIGER)
Andrà superato il veto che il Sudafrica fino ad oggi ha sempre manifestato per l’ingresso di Paesi dell’Africa settentrionale nel gruppo BRICS, ma l’influenza molto forte che Russia e soprattutto Cina ormai esercitano all’interno dell’alleanza potrebbe facilmente risolvere gli attriti tra il ricco Stato sudafricano e il Marocco (o anche la stessa Algeria). Mentre l’Italia ha ormai un piede e mezzo fuori dall’accordo sulla Nuova Via della Seta con la Cina, l’Africa si avvicina ancora di più all’influenza geopolitica cinese, dopo gli ultimi decenni di pianificazioni e sovvenzioni lanciati da Pechino sul Continente Nero.
Difficile fare previsioni quando anche nel mondo economico si è divisi nel considerare un bene o un male (per chi soprattutto, ndr) l’allargamento dei BRICS come potenziale ostacolo alla crescita del G7 all’interno dell’ordine mondiale: sulla carta infatti i Paesi che al momento rientrano nel gruppo “anti-occidentale” rappresentano il 42% della popolazione mondiale, con il 20% del Pil del pianeta. Mancano poi trattati, mission e statuti che possano far comprendere più da vicino il potere di espansione del BRICS: se ora Paesi come l’Egitto, il Marocco o l’Algeria dovessero realmente entrare nel gruppo, si avrebbe un’Africa sempre meno legata all’Occidente, come tragicamente si sta vedendo nei ricolai di guerra esplosi prima in Mali e Benin, oggi in Ciad e soprattutto in Niger dove il colpo di stato del 26 luglio ha portato al potere i militari che inneggiano a Putin, disprezzando la Francia.