Risuona l’allarme Covid nel Regno Unito con la risalita dei contagi e dei ricoveri. Ne parla il Daily Mail, spiegando che ora i britannici sono in fibrillazione per il rischio di una nuova ondata. L’aumento dei casi in Uk è dovuto all’arrivo della variante EG.5, chiamata “Eris“. Infatti, le autorità sanitarie segnalano che un contagio su sette è attribuibile a questa nuova variante, ma ce n’è un’altra, BA.6 che desta molta preoccupazione. Infatti, ora molti scienziati, anche via social, invocano il ritorno delle mascherine, come misura per ridurre i contagi in vista appunto dell’autunno, oltre ai richiami vaccinali.
«I miei vari gruppi di scienziati su WhatsApp sono in fermento. Tanti colleghi avvertono che è il momento di tornare ad indossare le mascherine», ha twittato Trisha Greenhalgh, esperta di politiche sanitarie dell’Università di Oxford e componente dell’Independent Sage (Scientific Advisory Group for Emergencies). Gli esperti stanno ipotizzando anche un mix tra maltempo ed effetto “Barbenheimer” (cioè l’uscita al cinema dei film campioni d’incassi come Barbie e Oppenheimer) tra i fattori alla base dell’aumento dei contagi Covid.
COVID UK, PREOCCUPA ANCHE LA VARIANTE BA.6
A preoccupare gli infettivologi britannici è anche una nuova variante che non è stata caratterizzata ufficialmente, ma che è stata già chiamata da alcuni BA.6. Molto attivi sui social, questi “cacciatori” di varianti Covid sostengono che questa nuova variante è stata identificata già in Danimarca e Israele. Inoltre, ritengono che abbia oltre trenta mutazioni nella sua proteina “spike”, la parte del coronavirus che si attacca alle cellule umane e causa l’infezione Covid. Un aspetto che potrebbe rendere questa variante ancor più pericolosa. La professoressa Christina Pagel, una matematica dell’University College di Londra che fa parte dell’Independent SAGE, ha dichiarato: «Questa variante del coronavirus (ora in 2 paesi) ha molte nuove mutazioni che la rendono diversa ai precedenti ceppi di Omicron. È potenzialmente più capace di provocare una grande ondata».
Al Daily Mail il professor Stephen Griffin, esperto di malattie infettive presso l’Università di Leeds, a proposito di questa variante «rappresenta un cambiamento molto più grande nella composizione genetica del virus» e «ricorda la prima comparsa» di Omicron alla fine del 2021. «Il modo migliore per essere a prova di futuro contro questo è un approccio combinato basato su vaccino e mitigazione – aggiunge –. La cosa preoccupante è che nel Regno Unito stiamo attualmente riducendo entrambi questi aspetti».