Anche la sinistra è consapevole che la legge sul salario minimo non è sufficiente a risolvere il problema del lavoro povero. La ministra del Lavoro Marina Calderone ha fatto notare che la Commissione europea di recente ha, ad esempio, ribadito la necessità di promuovere la contrattazione collettiva e aumentare. “Per noi c’è certamente la priorità di incidere sul lavoro povero, purché si abbia chiara la necessità di non attivare i rischi diretti e indiretti che scaturirebbero da una norma. Senza una visione complessiva si rischiano più danni che benefici”, ha dichiarato nell’intervista rilasciata a Libero. A proposito della scelta di coinvolgere il Cnel sul salario minimo, che è stata contestata dalle opposizioni, Calderone non ritiene che il ruolo del suo ministero ne esca compresso. “Con la presidente Meloni abbiamo condiviso questa scelta, ben conoscendo le attribuzioni costituzionali del Cnel. È la sede naturale del confronto tra le parti sociali e il luogo in cui sono depositati i contratti collettivi”.
Calderone è, quindi, convinta che possa produrre un’analisi approfondita della qualità della contrattazione in Italia. “Vedo tanta complementarietà tra ministero del Lavoro e Cnel, tanto che lavoreremo in stretto coordinamento attraverso un accordo interistituzionale”. Dunque, il ministero del Lavoro “svolgerà pienamente le sue funzioni propositive in materia, per poi rimettere le valutazioni all’attività di governo e parlamento”. Per la ministra Calderone, che va oltre il tema del salario minimo, il problema dei salari medi troppo bassi si accompagna ad altre questioni, quella del lavoro povero e la perdita di potere d’acquisto dei salari più cospicui. “La ricetta non può essere identica e la stessa Commissione europea ci indica la strada della contrattazione. Il vero nodo è la produttività”.
CALDERONE SUL POST REDDITO DI CITTADINANZA
Nel frattempo, il governo Meloni ha “fin da subito innestato interventi per ampliare i margini per gli investimenti sul personale come il taglio del cuneo mentre si sostenevano i redditi più bassi con decontribuzione e bonus”. In questo modo, per la ministra del Lavoro Marina Calderone si può invertire la rotta. “La richiesta di oltre un milione di lavoratori, il 48% difficile da trovare, racconta una difficoltà di sistema ma anche una grande opportunità, che già si intravede nell’aumento dei contratti a tempo indeterminato sul totale”, aggiunge a Libero. Inoltre, ha confermato quanto detto più volte dalla premier Giorgia Meloni, secondo cui le misure a sostegno del lavoro saranno centrali nella prossima legge di bilancio.
Inoltre, a settembre ci sarà il banco di prova degli occupabili a cui è stato sospeso il Reddito di cittadinanza. “Lunedì è arrivata la registrazione del decreto attuativo del Supporto per la formazione e il lavoro da parte della Corte dei Conti con cui si regolano il funzionamento della misura, il coinvolgimento dei soggetti accreditati e le modalità di trasmissione e utilizzo delle liste dei beneficiari”. Ora è attesa la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ma le attività per rendere operativa dal 1° settembre la piattaforma per la presentazione della domanda e l’accesso alla misura non si sono fermate. “Sempre dall’inizio di settembre saranno operativi anche i team di ministero e Inps per chiarire dubbi specifici, ulteriori rispetto ai chiarimenti nelle Faq, a cittadini e operatori”, ha concluso Calderone.