Sarà presentato oggi per la prima volta al Meeting di Rimini “Piano B”, una iniziativa promossa da 13 fondatori (Leonardo Becchetti, Marco Bentivogli, Luigino Bruni, Marta Cartabia, Carla Collicelli, Chiara Giaccardi, Enrico Giovannini, Elena Granata, Luca Jahier, Mauro Magatti, Alessandro Rosina, Roberto Rossini, Paolo Venturi, Giorgio Vittadini) legati a reti della società civile e a movimenti giovanili che si riconoscono in alcune “parole fondative” su cui costruire un nuovo paradigma di sviluppo.
Il cuore dell’iniziativa è ben espresso da queste righe del manifesto: “Povertà, inflazione, lavoro povero, diseguaglianze, transizione ecologica e digitale. Abbiamo di fronte sfide da far tremare i polsi, e questo vale non solo per l’Italia. Il vero limite del nostro Paese, però, è che non ci rendiamo conto di avere al nostro interno tutte le risorse per farcela. Per affrontare con successo i grandi problemi del nostro tempo, e contribuire a far sì che l’Unione Europea faccia altrettanto, non abbiamo bisogno di un nuovo partito, ma di un nuovo “spartito” e di un nuovo metodo che metta in connessione permanente il pensiero con l’azione virtuosa, efficace e già radicata nei nostri territori, creando una vera e propria comunità nazionale orientata all’innovazione sociale, e quindi politica“.
L’obiettivo è quello di identificare vie percorribili per un nuovo sviluppo integrale; di riconoscere e far convergere quel tesoro di competenze ed esperienze che già utilizza un paradigma nuovo, fortemente legato ai concetti di generatività, solidarietà, sussidiarietà e sostenibilità così presenti nel magistero e nell’azione pastorale di papa Francesco. Il punto di partenza è la consapevolezza che tutto è connesso e che l’uomo è per sua natura relazione. Non c’è dunque sviluppo se non è integrale.
Oggi verrà presentata una prima base dello “spartito”, rappresentata da un sito web che illustra e mette in relazione 12 parole fondative, destinate a diventare molte di più, elaborate da alcune delle migliori realtà del Paese, coniugandole con parole operative (comunità educante, giustizia riparativa, amministrazione condivisa, comunità energetiche tra le altre) che declinano in pratica come elementi già presenti nella nostra società (cittadinanza attiva, partecipazione, senso civico, capitale sociale) possono essere assunti a riferimento dell’intero spettro di chi si impegna per il bene comune.
L’auspicio è che il manifesto e il sito web possano diventare una base comune di riferimento, concettuale e pratica, capace di crescere nel tempo grazie alle buone pratiche e alle ulteriori elaborazioni concettuali che vorranno alimentare la piattaforma. Questo attraverso un processo che si nutra dell’esperienza di chi ogni giorno, in diverse forme, si impegna per il bene comune nel settore privato, in quello pubblico e nelle organizzazioni del Terzo settore, per dare risposte concrete ai bisogni delle persone e delle comunità.
Così si potrà creare un insieme di soggetti diversi, ma uniti dall’impegno per rendere il nostro Paese capace di fornire, per tutti, un benessere equo e sostenibile.
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