Il Digital Services Act, il nuovo regolamento con cui l’Unione europea punta a contrastare le irregolarità sui contenuti online e a tutelare gli utenti del web, entra in vigore a partire da oggi, venerdì 25 agosto 2023. “Il testo ora diventa giuridicamente vincolante. Le piattaforme online hanno avuto abbastanza tempo per adattarsi ai loro nuovi obblighi. Abbiamo proposto anche ‘stress test’ per aiutarli a comprendere le loro esigenze. La vera prova inizia adesso. Applicheremo scrupolosamente le norme e utilizzeremo pienamente i nostri nuovi poteri per indagare e sanzionare ove richiesto”, ha affermato il commissario europeo per il Mercato interno e l’industria, Thierry Breton.
Al documento, come riportato da TeleBorsa, dovranno sottostare i 19 maggiori grandi gruppi online che hanno oltre 45 milioni di utenti sul territorio: si tratta di 2 motori di ricerca (Bing e Google Search) e 17 piattaforme, tra social media (Facebook, Instagram, Twitter, TikTok, Snapchat, LinkedIn, Pinterest, YouTube), e-commerce (Alibaba AliExpress, Amazon, Apple, Zalando) o servizi (Google Play, Google Maps e Google Shopping) ed altri siti come Booking e persino Wikipedia. La platea verrà ulteriormente ampliata a febbraio. Alcune delle piattaforme coinvolte, come quelle sotto il controllo di Meta, hanno già provveduto ad adottare dei cambiamenti, mentre altre hanno deciso di opporsi per vie legali.
Digital Services Act, cos’è e cosa cambia online: le nuove norme
L’obiettivo del Digital Services Act è quello di garantire un’esperienza online più trasparente e sicura per gli utenti, soprattutto i minori. Le norme cambiano in base alle piattaforme coinvolte. I motori di ricerca e i social network dovranno fornire loro degli strumenti semplici per segnalare i contenuti illegali da eliminare, verificando costantemente le loro comunicazioni e dando la precedenza a quelle provenienti dai soggetti più autorevoli. I siti non potranno più proporre delle pubblicità mirate ai minori e basate su dati sensibili. Gli e-commerce saranno tenuti a identificare e rintracciare i venditori, per limitare le frodi. Per coloro che non rispetteranno il regolamento, sono previste delle multe fino al 6% del fatturato mondiale e i recidivi verranno messi al bando.
“Rispettare il Dsa non è una punizione: è un’opportunità per le piattaforme di rafforzare la propria affidabilità. La protezione dei bambini costituirà una priorità di applicazione. Così come lo saranno le battaglia alla disinformazione, compresa la propaganda filo-russa, soprattutto perché stiamo entrando in un periodo di elezioni in Europa. La moderazione dei contenuti non significa censura. In Europa non ci sarà alcun Ministero della Verità”, ha affermato Thierry Breton rispondendo ad alcune recenti critiche. E assicura: “Ci sarà trasparenza su processi algoritmici, bot, pubblicità mirata che amplifica i contenuti. Il Dsa è in vigore per proteggere la libertà di espressione contro decisioni arbitrarie e, allo stesso tempo proteggere i nostri cittadini e le democrazie. Era giunto il momento di garantire che nessuna piattaforma online si comporti come se fosse troppo grande per preoccuparsene”.