Tentare di smarcarsi dalla reciproca sfera di influenza americana-russa come fecero molte nazioni attraverso la celebre conferenza di Bandung (1955), alla ricerca di una neutralità, era considerato dagli Stati Uniti un comportamento ostile: qualunque nazione o qualunque leader politico non fosse esplicitamente contrario all’Urss era inevitabilmente un nemico degli Stati Uniti. Questo era il pensiero del Dipartimento di Stato, di Eisenhower, dei fratelli Dulles e naturalmente di Frank Wisner.
Quando il presidente dell’Indonesia Sukarno incominciò ad avviarsi sulla strada della neutralità nel 1956, Frank Wisner rivolgendosi al responsabile della Cia in Indonesia disse molto chiaramente che era venuto il momento di stare col fiato sul collo a Sukarno. Da quel momento iniziò, da parte degli Stati Uniti, il proposito di destabilizzare l’Indonesia. L’anno successivo gli agenti di Wisner incominciarono a sostenere i ribelli contro Sukarno e a bombardare l’Indonesia. Una delle prime azioni fu di bombardare l’Indonesia con piloti della Cia che decollavano da Singapore. Fra le operazioni che la Cia cercò di attuare in Indonesia contro Sukarno, come d’altra parte nei confronti di Fidel Castro a Cuba, vi era anche l’assassinio. Operazioni queste che, per quanto possano sembrare efferate, sono in realtà condotte da tutti i servizi di sicurezza (pensiamo alle cosiddette operazioni “homo” poste in essere dalla Francia).
Un’altra operazione che venne condotta dagli Stati Uniti negli anni 50 fu quella di addestrare alcuni ufficiali indonesiani, addestramento questo che nel corso degli anni crebbe fino ad arrivare alla presenza di un migliaio di persone nel 1962 presso la base militare di Fort Leavenworth. Di concerto agì anche la Ford Foundation, che finanziava periodi di studio negli Stati Uniti a giovani economisti indonesiani particolarmente dotati.
Altra operazione che ebbe un grande successo e che fu svolta durante l’amministrazione Kennedy fu quella di eliminare Lumumba. Prima la Cia riuscì a farlo uscire dalla protezione delle Nazioni Unite nella speranza che venisse assassinato dai suoi rivali congolesi; Lumumba, dopo aver perso il riconoscimento dell’Onu, fuggì dagli arresti domiciliari a Leopoldville. Qui le truppe leali a Mobutu, capo di stato maggiore ed ex amico di Lumumba appoggiato dalla Cia, rapirono il leader politico e lo consegnarono ai ribelli katanghesi, che come sappiamo erano sostenuti dai belgi. Aiutati da quattro persone di nazionalità belga, le forze ribelli del Katanga costrinsero Lumumba a salire sui sedili posteriori di una macchina e poi lo scaricarono vicino a un pozzo dove gli spararono tre volte, gettandolo dentro.
A parte il clamoroso fallimento della Baia dei porci che si svolse durante l’amministrazione Kennedy, innumerevoli furono i tentativi portati avanti dalla Cia per assassinare Fidel Castro: da quello di avvelenargli i sigari e fargli cadere la barba, a ingaggiare la mafia per ucciderlo, fino a confezionare una muta da sub contaminata da spore che però non riuscì mai ad arrivare a Castro. Oggi, grazie ai documenti desecretati, sappiamo che uno dei piani per eliminare Castro fu proposto da Bobby Kennedy: mandare i marines sarebbe equivalso a fare una vera e propria invasione e proprio per questo Bobby Kennedy suggerì di far esplodere il consolato americano per giustificare l’invasione di Cuba.
Anche in Medio oriente la Cia svolse un ruolo tutt’altro che marginale: nel 1963 cercò di eliminare il partito comunista iracheno e per farlo appoggiò con successo un colpo di Stato sostenendo il partito Ba’ath. La Cia contribuì fornendo gli elenchi dei comunisti iracheni e contribuì a massacrare un numero imprecisato di persone, ma soprattutto durante questo colpo di Stato si distinse Saddam Hussein, che allora aveva soltanto 25 anni e che contribuì a partecipare al terrore anticomunista. Saddam Hussein ebbe modo di dimostrare le sue doti di aguzzino al punto che i prigionieri speravano di non essere interrogati da lui.
Diverse a questo punto possono essere le considerazioni finali. In prima battuta è difficile negare che il corso reale della storia sia meglio descritto dalla massima di Hegel secondo il quale la storia è un immenso mattatoio piuttosto che dalle riflessioni illustrate da Kant nel breve saggio intitolato Il progetto per la pace perpetua; in secondo luogo, quando il fanatismo ideologico comunista e anticomunista (sia ben chiaro) procede di pari passo con rilevanti interessi economici, finisce per costituire una miscela esplosiva e infernale a causa della quale sia i diritti che la morale perdono qualsiasi significato. In terzo luogo, qualsiasi ricostruzione storica degna di questo nome non può non prendere in adeguata considerazione l’operato dei servizi di sicurezza di ieri e di oggi (archivi e documenti desecretati permettendo).
E infine è difficile dare torto all’insegnamento dell’ aneddoto illustrato da Sant’Agostino nel quarto capitolo del quarto libro del De civitate Dei, secondo il quale non c’è che una differenza di quantità, e non di certo di qualità, tra Alessandro Magno e un pirata: “Facciamo lo stesso mestiere io e te, Alessandro; solo che io lo faccio con una piccola imbarcazione e perciò mi chiamano pirata, tu invece lo fai con una grande flotta e sei definito per questo condottiero”.
(2 – fine)
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