Fatah Melloul, algerino residente a Montecarotto, è stato arrestato per l’omicidio di Sirolo. Il ventisettenne è accusato di avere ucciso l’albanese Klajdi Bitri con una fiocina al culmine di una lite tra automobilisti. Il killer, dopo avere sparato, si era allontanato insieme alla fidanzata a bordo della sua vettura, che è stata rintracciata poco dopo dalla targa. I due erano andati a pesca Falconara Marittima. Al momento della cattura aveva ancora con sé l’arma.
“Volevo solo difendermi, c’erano tre persone che mi venivano addosso per picchiarmi. Non mi sono accorto di avere ucciso qualcuno e neanche di averlo ferito”, queste secondo quanto riportato da La Nazione sono state le sue prime parole dopo l’arresto. L’accusa, tuttavia, è di omicidio volontario aggravato da futili motivi. A sostenere la sua tesi è l’avvocato, che cercherà nelle prossime ore di far cambiare l’ipotesi di reato. “Il mio assistito è molto provato dalla vicenda. Non è mai stato in fuga. Ha diverse contusioni, segno che è stato picchiato anche lui”, ha affermato.
Omicidio Sirolo, il killer: “Non mi sono accorto di aver ucciso Klajdi”. La testimonianza del fratello della vittima
Un testimone chiave al processo dell’omicidio di Sirolo sarà Xhuliano Bitri, il fratello diciottenne della vittima. Il giovane era con lui al momento della lite che lo ha portato alla morte. Il tutto per difendere una coppia di amici. “Danilo, una persona che ha fatto molto per la nostra famiglia, si trovava in auto con la moglie e i figli, noi in un’altra con suo cugino, oltre a me e mio fratello Klajdi. Ad un certo punto la vettura di Danilo si è fermata e abbiamo visto l’assassino che si dirigeva verso di lui con fare minaccioso. Urlava e in un attimo ha iniziato a picchiarlo senza scrupoli. Mio fratello è sceso subito. Non ci ha pensato due volte”, ha raccontato a Il Resto del Carlino.
“Gli ha chiesto di fermarsi, ma nulla. Quindi sono corso anche io. Abbiamo provato a dividerli, sono volate delle botte. A un certo punto si è allontanato, come per risalire in auto e andarsene, ma ha aperto una delle due portiere posteriori e ha preso qualcosa. Ho gridato a mio fratello: ‘Nasconditi, ha un’arma’. Io sono riuscito ad accovacciarmi dietro una macchina, lui non ha fatto in tempo. Quando è arrivato a tre metri, ha esploso il colpo con quel fucile da pesca. Klajdi mi è morto tra le mani”.