Le spose bambine in tutto il mondo sono in costante, e preoccupante, aumento. Questo è il succo di un recente appello lanciato da Unicef e recentemente ribattuto dal governo del Marocco, che ha chiesto una collaborazione su più livelli della società per interrompere questo preoccupante fenomeno, che provoca anche una serie di profondi danni sulla psiche e sulla vita dei minori che coinvolge.
A livello globale, secondo l’Unicef, si registrano una media di 12 milioni di spose bambine, tra i 12 e i 17 anni, che a livello complessivo tocca più di 640 milioni di giovani e giovanissimi, condannati in quella che viene definite una violenza sistematica e, purtroppo, accettata e concessa da parecchi sistemi legislativi. In Marocco, invece, secondo un rapporto recentemente commissionato e presentato dalla Procura generale, nel 2021 si sono registrate 19mila spose bambine. Un numero certamente preoccupante, ma anche inferiore ai danni dei decenni passati, con il picco raggiunto nel 2011 quando i casi furono più di 39mila (pari all’11,99% dei matrimoni complessivi), ma anche lontano dal minimo storico del 2020, in cui furono “solamente” 12mila.
L’appello del Marocco: “La società impedisca alle bambine di diventare spose”
Insomma, le spose bambine seppur siano in calo rispetto ai dati di alcuni anni fa, non sono ancora 0 e secondo il governo del Marocco si tratta di un problema piuttosto grave. Infatti, secondo l’indagine la maggior parte delle minorenni che convola a nozze troppo presto finisce per lasciare prematuramente la scuola, condannandosi ad un destino da casalinghe, in moltissimi casi analfabete e senza possibilità, dunque, di elevazione sociale.
Per invertire il triste aumento delle spose bambine, El Hassan Daki, Procuratore generale del Re in Marocco, esponendo i dati dell’indagine ha rivolto un appello alla società nella sua interessa. “Serve l’aiuto di tutta la società “, ha sottolineato, “insegnanti e religiosi soprattutto, per sradicare il fenomeno“. Secondo Giovanna Barberis, rappresentante Unicef in Marocco, similmente, “le leggi da sole non bastano, sono necessarie altre misure, come per esempio la promozione di atteggiamenti positivi tra le famiglie e misure che diano alle ragazze adolescenti i mezzi per vivere pienamente la propria vita. Ancora oggi il tasso specifico di scolarizzazione delle ragazze nelle zone rurali”, ovvero la maggior parte delle spose bambine, “è appena del 39,2%. Le politiche educative e di protezione sociale devono dare priorità ai bambini più vulnerabili”.