Martedì, la commissione incaricata di indagare sulle accuse di stupro seriale di minori perpetrate da Johnny Kitagawa, ha rilasciato il proprio rapporto. Dagli anni ’50 fino alla sua morte, avvenuta nel 2019 all’età di 87 anni, l’imprenditore dell’industria dell’intrattenimento giapponese, che ha formato decine di pop band, avrebbe abusato di centinaia di candidati ai provini, alcuni dei quali avevano appena 8 anni al momento del loro primo stupro.
Diversi articoli di stampa e cinque libri hanno descritto gli abusi di Johnny Kitagawa. Le rivelazioni, come sottolinea Le Figaro, non hanno mai intaccato la tacita complicità dei principali media giapponesi, in particolare della televisione. Il deputato Yoshihide Sakaue, nel 2000, fece testimoniare davanti gli alti funzionari di polizia del Paese per denunciare la loro colpevole passività. Secondo uno dei testimoni, solamente lasciava bere e fumare i suoi allievi. Eppure, non sarebbe solo questo che l’imprenditore avrebbe fatto.
Johnny Kitagawa, il racconto choc degli abusi
In un documentario della BBC dello scorso marzo è stata mostrata una realtà diversa da quella che fino a questo momento veniva raccontata su Johnny Kitagawa. Il lavoro dell’emittente ha avuto ripercussioni mondiali, portando anche alcune vittime di abusi a parlare. Di fronte all’imbarazzo causato dalle rivelazioni dei media britannici, la casa di produzione ha nominato a fine maggio una commissione d’inchiesta. Il rapporto presentato martedì è schiacciante e mostra numerose testimonianze che parlano di fellatio, sodomia su bambini in età prepuberale e molto altro.
“Il detto era: ‘Una volta al liceo, Johnny ti lascia in pace'”, ha raccontato una vittima. La giustizia giapponese sembra non avere però intenzione di muoversi: nel Paese, l’argomento è stato menzionato solo da alcuni media, ma in televisione, seguitissima in Giappone, il caso è stato trattato con distacco e senza entrare troppo nei dettagli. I “Johnny’s” sono ancora presenti sui set dei talk show. Il mese scorso, in diretta, un attore ha dichiarato in una conferenza stampa di essere stato violentato cento volte dall’età di 8 anni: i giornalisti televisivi, però, non hanno risposto, lasciando passare le sue dichiarazioni come se niente fosse.