Giorgio Palù, presidente dell’agenzia del farmaco Aifa, ha rilasciato un’intervista per il Corriere della Sera nella quale ha parlato del covid cercando di ridimensionare gli allarmismi che stanno iniziando a circolare in questi giorni e che parlando di un generale raddoppiamento dei casi in Italia. “Finiamola di mettere paura alla gente“, sottolinea subito il virologo, “il virus non può permettersi oggi di essere più patogeno perché equivarrebbe all’estinzione”.
Infatti, secondo Palù, il covid dopo l’iniziale periodo complesso, ha dovuto trovare una strategia per adattarsi al fine di diventare endemico, riducendo la sua mortalità a patto di aumentare la contagiosità. “I casi aumentano”, avverte, “e forse aumenteranno ancora, ma non crescono i ricoveri in ospedale”. Insomma, il succo secondo il virologo è che “non c’è motivo di preoccupazione. Il virus è sempre meno virulento. Provoca febbre, mal di gola, raffreddore. Non polmonite”. Infatti, dalle osservazioni fatte fino ad oggi, spiega Palù, si è appreso come il covid “si ferma alle vie respiratorie superiori”, in modo del tutto simile alla classica influenza.
Giorgio Palù: “Covid meno letale, ma la prudenza è importante”
Insomma, secondo Palù non è più il caso di preoccuparsi troppo per il covid, ma nonostante questo ci tiene anche a sottolineare che “anche se l’infezione è innocua, può costituire un rischio per anziani e persone debilitate”. La cosa più importante, dunque, in presenza di sintomi è “fare il tampone, e regolarsi di conseguenza con senso di responsabilità”, specialmente se si hanno contatti frequenti con persone deboli o anziane.
Parlando, poi, delle nuove varianti che stanno iniziando a circolare, Palù ci tiene nuovamente a minimizzare, spiegando che “Pirola, segnalata in Danimarca, Israele, Gran Bretagna e Usa, è una sottovariante di Omicron che noi conosciamo da novembre 2021″ ragione per cui ormai “il nostro sistema immunitario è preparato”. Infatti, “non ci sono indicazioni che Pirola sia più pericolosa o contagiosa, tanto che è stata classificata come semplice virus da monitorare”. In chiusura, poi, Palù ci tiene a sottolineare che, comunque, la fascia di popolazione tra i 60 e i 70 anni, “quella in cui la mortalità cresce significativamente”, dovrebbe continuare ad immunizzarsi almeno una volta l’anno, sfruttando ora “il vaccino appena approvato dall’Ema, capace di neutralizzare Eris e, probabilmente, Pirola”.