Nel giorno in cui Papa Francesco parte per l’aeroporto internazionale “Chinggis Khaan” a Ulaanbaatar (Mongolia), a Fiumicino ad accoglierlo ci sono Antonino Turicchi, presidente di ITA, e alcuni dirigenti della compagnia. Sono più o meno le 17.30 e i legali di ITA hanno appena comunicato a Turicchi che il ricorso in appello per la sospensiva della sentenza Cottatellucci è stato respinto. Doccia fredda o tutto già come da copione? Ora cercheremo di capire meglio alcuni aspetti di questa vicenda, ma non solo.
La Corte di appello di Roma, infatti, ha respinto il ricorso di sospensiva dell’esecutorietà della sentenza Cottatellucci presentato da ITA, sentenza che in prima istanza ha dato ragione a 77 lavoratori ex Alitalia. Sostengono i legali di ITA che “l’accertamento della sussistenza di rapporti di lavoro in capo a ITA, con lavoratori già impiegati in Alitalia, comporterebbe la ritirata dei tedeschi, con il diritto di recedere dall’investimento di 829 milioni di euro che hanno sottoscritto al momento della acquisizione di quote sociali di ITA”. Come già il giudice del Lavoro Cottatellucci a luglio, anche la Corte d’appello ad agosto non si fa condizionare però da questa ipotesi di rinuncia di Lufthansa, che è ancora tutta da dimostrare.
Sul punto, come pre-annunciato, abbiamo sentito direttamente ITA che per la prima volta sulle pagine del Sussidiario ha voluto rispondere alle domande che abbiamo posto, tenendo a precisare che “questa è ovviamente la sola causa vinta in relazione alla asserita continuità del rapporto di lavoro ex art. 2112 cc e che ce ne sono ben altre 34 per le quali i vari Tribunali italiani, fra cui lo stesso Tribunale di Roma, si sono espressi a favore della compagnia di bandiera, affermando il principio di discontinuità tra ITA e Alitalia”. Per quanto riguarda la sentenza della Corte di appello di ieri, la Compagnia fa sapere che “si tratta di una decisione ininfluente perché l’inammissibilità dell’istanza stabilita dalla Corte è dettata dal fatto che il vettore aveva già iniziato a reintegrare i 70 ricorrenti in attesa della discussione dell’istanza, dando così esecuzione alla sentenza”.
I problemi principali però arriverebbero non tanto dalle richieste dei lavoratori di essere riassunti in continuità aziendale ai sensi dell’art. 2112 del codice civile, ma dalle conseguenze indirette che tutto ciò potrebbe comportare. In sintesi, come avevamo già ipotizzato in alcuni articoli precedenti, Lufthansa non avrebbe posto grossi problemi alla gestione dei vari contenziosi, avrebbe invece posto una soglia limite oltre la quale si potrebbe ritirare dall’operazione. Della serie, ad esempio, se dovessimo arrivare a dover pagare oltre 100 milioni di euro di risarcimenti ci potremmo anche ritirare e chiedervi indietro tutti i soldi. Ecco quindi che, se dovesse essere dimostrata la continuità, anche economica, tra Alitalia e ITA, quest’ultima si ritroverebbe a dover far fronte anche a una buona parte degli aiuti di Stato percepiti da Alitalia. Non saranno tutti a carico di ITA, ma certamente oltre la soglia limite imposta da Lufthansa e questo potrebbe, in futuro, far fare retromarcia ai tedeschi.
Abbiamo chiesto a ITA se forse non sarebbe il caso di gestire questi contenziosi senza dover attendere una pronuncia definitiva della Cassazione, e sul punto il vettore preferisce al momento non fare commenti. Bisognerà vedere, qualora le pronunce dei vari tribunali dovessero dimostrare che ITA potrebbe trovarsi nella condizione di una continuità aziendale (anche economica), se l’azienda (chi ci sarà in quel momento ai comandi) vorrà trovare una soluzione che possa comunque chiudere tutti i contenziosi. E proprio nei giorni scorsi alcune testate avevano fatto trapelare che ci sarebbe un disco verde da parte della Ue all’operazione di ingresso del colosso tedesco. ITA ha replicato che allo stato sono in corso interlocuzioni con la DG Competition, che ha costituito un apposito team che si occuperà di valutare l’operazione di privatizzazione di ITA. “Siamo in una fase cosiddetta di pre-notifca dove si stanno svolgendo alcuni approfondimenti. Riteniamo che il documento di notifica alla Ue potrebbe essere trasmesso a breve”.
Cambiando argomento e parlando dei conti della compagnia, voci insistenti raccontano di una ITA in difficoltà di cassa che si potrebbe concretizzare verso la fine dell’anno. ITA però ci fa sapere che il Mef ha versato a fine luglio nelle casse della compagnia l’ultima tranche dei 1,3 miliardi di euro che la Ue aveva autorizzato in fase di costituzione del vettore. “Al momento quindi non ci sono problemi di cassa e per fortuna la stagione estiva ci ha sostenuto, ed è evidente che l’ingresso di Lufthansa ovviamente sarà determinante per lo sviluppo dell’azienda”.
Abbiamo raccolto numerose lamentele da parte di viaggiatori secondo i quali ITA non sarebbe organizzata a dovere. Ad esempio con il call center è molto difficile parlare, la piattaforma informatica presenta ancora delle lacune per la gestione dei cambi di biglietto o di prenotazione, in alcuni aeroporti l’assistenza è ancora da registrare. Sul punto ITA non si difende e ammette che ci sono delle problematiche da risolvere. Ci viene spiegato che “la stagione estiva è stata molto più importante del previsto è che c’è stato un boom di passeggeri superiore alle previsioni. Questo va poi accostato ai vari scioperi, contrattempi sul controllo del traffico aereo, e altri accadimenti quali l’incendio che ha interessato l’aeroporto di Catania e mettendo insieme questi fattori è evidente che il call center è andato in overflow”. Da ITA ci tengono a far sapere che “la parte di information technologies, in particolare sulla piattaforma web, sta procedendo spedita anche perché l’obiettivo è quello di avere un sistema dove il cliente potrà gestire in autonomia più servizi possibili, dall’acquisto di ogni tipologia di servizio al cambio del biglietto”.
La manutenzione di ITA è stata affidata ad Atitech, società che fa capo all’imprenditore campano Gianni Lettieri, che si è aggiudicata il ramo manutenzione di Alitalia. Abbiamo notato che ci sono delle manutenzioni che si prolungano per molti giorni e quindi gli aerei restano fermi. Chiediamo a ITA se non sarebbe stato meglio dotarsi di un ramo manutenzione all’interno della società che si sarebbe potuto gestire con maggiore efficienza, così come anche per l’Handling, che al momento è in mano a Swissport. ITA precisa che “quando si dovette decidere come costituire la nuova compagnia di bandiera, ITA manifestò anche alle autorità comunitarie la propria volontà di mantenere sia l’handling che la manutenzione leggere in casa. Questo processo fa parte di una customer experience che prevede di prendere in carico un passeggero all’aeroporto di partenza e di lasciarlo all’aeroporto di arrivo, e questa esperienza deve essere quanto più serena possibile. Dovendo demandare tali incombenze a terzi questo a volte può risultare alquanto difficile. Sappiamo che in quei settore c’è sicuramente ancora molto da migliorare”.
Ancora lamentele, ma stavolta i grattacapi arrivano dalla politica. Parliamo dei voli e delle tariffe di Sardegna e Sicilia. I governatori delle due maggiori isole italiane, Christian Solinas e Renato Schifani, si sono spesso lamentati del caro tariffe e della mancanza di voli, ovvero di una carenza di frequenze soprattutto durante il periodo estivo. Sappiamo che invece ITA ha effettuato più voli del previsto rispetto alla continuità territoriale. E ITA ci tiene a sottolineare “che il traffico da e per le isole rappresenta un elemento importante del network nazionale della compagnia: ad esempio sulla Sicilia operiamo da Milano Linate e da Roma Fiumicino con almeno 28 rotazioni giornaliere e a volte rafforziamo i voli quando ci accorgiamo che il traffico ha delle situazioni di picco. Sulla Sardegna siamo presenti a Cagliari dove operiamo sempre su Milano e Roma con oltre 15 rotazioni giornaliere. Sulla questione tariffe possiamo ribadire l’assenza di qualsivoglia accordo con Ryanair per fare cartello sui prezzi dei voli”.
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