Elon Musk comprò Twitter per “fermare” i comunisti. A rivelarlo è stato Walter Isaacson, autore della biografia dell’imprenditore che è in uscita sul mercato americano il prossimo 12 settembre, edita da Simon & Schuster. Una anticipazione dell’opera è stata pubblicata sul Wall Street Journal e rivela proprio questi aspetti. “La piattaforma ha bisogno di un drago sputafuoco”, aveva detto il numero uno di Tesla stesso poco prima dell’acquisizione. Il riferimento era proprio alla sinistra.
A portare il miliardario a queste riflessioni, tuttavia, sarebbe stato un aspetto molto personale della sua vita, ovvero il percorso di transizione del figlio Xavier, che a 16 anni ha deciso di diventare Vivian Jenna. A turbare il padre non sarebbe stata tanto la sua ideologia di genere, bensì le idee politiche dietro ad essa. “Pensa che sia andata oltre il socialismo, diventando una comunista a tutti gli effetti che ritiene che chiunque sia ricco sia malvagio. In parte ha attribuito la colpa all’ideologia che la ragazza ha assimilato alla Crossroads, la scuola progressista che ha frequentato a Los Angeles”, ha raccontato Walter Isaacson.
Elon Musk comprò Twitter per “fermare” comunisti: la vicenda della figlia trans
Elon Musk è rimasto profondamente turbato dal cambiamento del figlio Xavier, che proprio dopo avere portato avanti il percorso di transizione e avere sviluppato delle nuove idee sempre più comuniste, si è allontanato sempre di più da lui. “La rottura lo ha addolorato più di ogni altra cosa nella sua vita dopo la morte infantile del suo primogenito Nevada”, ha rivelato ancora il biografo.
È per questo motivo che avrebbe deciso di prendersi la rivincita sul lavoro e, in particolare, nel mondo del web. “Twitter, secondo lui, era stato infettato da una mentalità simile che reprimeva le voci di destra e anti-establishment”. Un pensiero che ha ribadito anche dopo avere avuto diversi incontri con i manager del social network. “È chiaro che i detenuti stanno gestendo un manicomio”, questo fu il suo commento dopo avere conosciuto l’allora CEO Parag Agrawal. E ancora: “Queste persone che gestiscono Twitter sono delle teste di legno e degli idioti. Tutti questi dannati uccelli devono andarsene”. Fu così che sborsò 44 miliardi di dollari per acquisire la piattaforma.