La vittima dello stupro di Palermo rompe il silenzio e parla a Myrta Merlino in occasione della prima puntata di Pomeriggio 5. La diciannovenne ha voluto mandare un audio alla conduttrice per raccontare l’incubo che sta vivendo. “Vorrei mettere in luce quali sono i miei pensieri, i miei principi e i miei ideali in merito al fatto che molte donne che subiscono violenze non denunciano. Perché ricevono come me minacce e hanno paura di ripercussioni, ma soprattutto per vergogna, perché ci si sente sporche. È una cicatrice interna che, posso dire, è difficile da togliere”, ha affermato.
Lei, da parte sua, ha deciso di denunciare e ora vuole ricominciare. “In molti mi chiedono come io faccia ad avanti. Io vado avanti perché non voglio sprecare la mia vita. La vita è un dono, per quanto ci possa riservare delle cose brutte. Molte persone hanno delle malattie che peggiorano col tempo oppure si trovano in situazioni di solitudine estrema, ma cercano di andare avanti. In tanti non hanno nulla su cui aggrapparsi per andare avanti. Mia madre era un esempio. Stava male ma la vedevo sempre col sorriso, con la speranza. Questo mi fa pensare che, nonostante tutto, si debba andare avanti. Una volta mi è stato detto ‘Pensa sempre al peggio per trovarti meglio’. In questo momento è ciò che sto facendo. Un futuro migliore ci potrà essere. Io lotto per questo, per avere una vita serena”.
Stupro Palermo, vittima a Myrta Merlino: “Non posso dimenticare”. Il messaggio
La ragazza che ha subito lo stupro di gruppo a Palermo, ormai divenuta un simbolo per tutte le donne vittime di violenza, da un lato chiede giustizia e dall’altro promette che andrà avanti. “Non posso dimenticare, non è una cosa che può essere dimenticata, ma magari potrò metterlo al di sotto di altre cose che verranno nella mia vita. Magari potrò avere l’opportunità di avere una famiglia e potrò conquistare dei nuovi obiettivi. Le persone che con me si sono divertite non devono spegnermi. Perché io non devo godermi la vita? Perché devo permettere ad altri di incidere sulla mia persona, su ciò che voglio essere e su ciò che voglio diventare? Perché per colpa di un evento causato da qualcuno di esterno a me, io mi devo arrendere?”, si domanda.
E stesso invita coloro che stanno vivendo la stessa drammatica esperienza a fare lo stesso, anche se non è semplice. “Il senso di vergogna è lacerante all’interno, ma non si deve dare la soddisfazione di farla vedere all’esterno. Non bisogna mai considerare i giudizi delle persone. In molte mi hanno scritto che non hanno denunciato, ma che sono state giudicate da chi sapeva. A vergognarsi devono essere le bestie come quelle”, ha concluso.