Volevo nascondermi, diretto da Giorgio Diritti
Giovedì 7 settembre, andrà in onda, in prima serata su Rai 3, alle ore 21,40, il film biografico del 2020 intitolato Volevo nascondermi.
La pellicola è diretta dal regista Giorgio Diritti, che con il suo film d’esordio Il vento fa il suo giro ha vinto più di 36 premi. Alla fotografia, il direttore artistico Matteo Cocco, che proprio grazie a questo progetto ha vinto un David di Donatello, un Globo d’oro e un European Film Awards.
Nei panni del protagonista, il celebre pittore e scultore italiano Antonio Ligabue, uno degli interpreti più apprezzati del cinema italiano degli ultimi anni: Elio Germano. L’attore ha vinto nel corso della sua carriera 4 David di Donatello per il miglior attore protagonista per Mio fratello è figlio unico, La nostra vita, Il giovane favoloso e Volevo nascondermi.
La trama del film Volevo nascondermi: la struggente storia di Antonio Ligabue
Volevo nascondermi narra la vita di Antonio Ligabue (Elio Germano), uno tra i pittori e gli scultori più importanti del XX secolo, di origini emiliane e rappresentante del genere naif a livello internazionale.
Il film inizia raccontando la vita dell’artista sin da bambino, che proprio nella sua arte trova un rifugio dalla solitudine che lo attanagliava.
Antonio vive infatti un’infanzia e un’adolescenza molto difficili, nato da una donna italiana migrata in Svizzera, viene affidato in tenera età a una coppia con cui avrà sempre un rapporto conflittuale, fatto di amore e odio.
Dopo essersi avventato sulla madre adottiva, il giovane viene rimandato in Italia dove inizia un periodo caratterizzato da stenti ed emarginazione estremi. Inizia a vivere sulle rive del Po ed è proprio in questi anni che incomincia a dipingere per trovare un po’ di serenità.
A cambiargli la vita è l’incontro con lo scultore Renato Marino Mazzacurati che, colpito dalle sue capacità, lo convince a dedicarsi in pieno alla pittura.
É così che Antonio Ligabue, detto “El Tudesc”, un uomo dall’aspetto poco attraente e spesso preso in giro, inizia a mettere su tela il suo mondo immaginario, in cui i paesaggi emiliani fanno da sfondo a animali esotici.
Il racconto della vita di questo artista così complesso è un’occasione per riflettere sulle varie sfaccettature della “diversità”, un attributo che rende ogni essere vivente unico e permette a ogni individuo di mostrare le proprie capacità.