Il Comune di Birmingham ha dichiarata la bancarotta. La seconda città più popolosa del Regno Unito – dietro Londra – ha ammesso di non poter pareggiare i conti quest’anno. Il bilancio sarebbe in rosso anche a causa di un debito di circa 760 milioni di sterline (890 milioni di euro) contratto per aver ottemperato agli adeguamenti imposti dagli obblighi assunti in materia di “parità retributiva” verso dipendenti e contractor comunali, dopo che in 174 avevano fatto causa per discriminazione, come spiega la BBC.
Gli enti locali britannici non possono essere lasciati andare in fallimento come un’azienda. Invocando però la Section 114 della normativa, il Consiglio ha avviato le procedure di “una bancarotta di fatto”. Da qui il divieto di procedere ora a qualunque nuovo impegno di spesa e l’obbligo di definire un piano finanziario d’emergenza entro i prossimi 21 giorni. I servizi che comportano nuove spese verranno dunque interrotti immediatamente, tranne quelli destinati all’assistenza alle persone vulnerabili e dei servizi legali.
Critiche all’amministrazione
Secondo la Bbc, il leader dell’amministrazione municipale di Birmingham, John Cotton, ha avvertito che le autorità locali dovranno prendere “decisioni dure”. Ci saranno dunque una serie di tagli che potrebbero colpire strade, progetti culturali e spazi pubblici. La situazione potrebbe avere conseguenze anche sul finanziamento comunale dei Campionati Europei di atletica leggera del 2026, che si terranno allo stadio Alexander, nella periferia della città. Non sono mancate le polemiche: Cotton e la vice-leader del Consiglio Sharon Thompson si sono difesi spiegando che “il rigore di bilancio” è stato esercitato “dinanzi a una tempesta perfetta” segnata dall’incremento delle necessità di spesa e “drammatico calo” delle entrate garantite dal business locale.
A livello nazionale, inoltre, c’è stata una “inflazione rampante”: alla base della crisi anche la contrazione dei trasferimenti fiscali versi gli enti locali imputata alla politica del governo centrale conservatore di Londra. L’opposizione Tory in Consiglio non è rimasta a braccia conserte e ha accusato gli amministratori laburisti di essersi rivelati “incapaci di affrontare la situazione in modo adeguato e tempestivo”: hanno inoltre sollecitato le loro dimissioni.