Mikhail Podolyak, capo consigliere del presidente ucraino Zelensky, ha recentemente rilasciato una pungente intervista per l’emittente ucraina Canale 24, nella quale ha apertamente attaccato il Papa e il Vaticano. Il consigliere ci ha tenuto a sottolineare che non ci può essere nessuna mediazione di pace da parte del pontefice, criticando la sua posizione poco chiara (a suo dire, almeno) in merito alla Russia e a Vladimir Putin. Il riferimento alle parole di Podolyak è alla missione che il Papa aveva avviato nelle scorse settimane, mediata dal Cardinale Matteo Maria Zuppi, che sembrava star riscuotendo anche un discreto successo, specialmente dopo la visita del Cardinale negli Stati Uniti.
Ucraina: “Il Papa è filorusso, accetta gli investimenti di Putin”
Insomma, da parte dell’Ucraina sembra che non vi sarà alcuna volontà, almeno per ora, a proseguire per la via della pace con la Russia mediata da Papa Francesco. Podolyak, infatti, nella sua intervista ha sottolineato che “il Papa è filorusso“, pertanto non sarebbe “credibile” nel ruolo di mediatore. “Bisogna semplicemente chiamare le cose con il loro nome”, ha attaccato ancora il consigliere del presidente ucraino, sottolineando nuovamente che “il Vaticano non può avere alcuna funzione di mediazione“.
La pace del Papa, ritenuto filorusso, “ingannerebbe l’Ucraina e la giustizia“, spiega il consigliere, criticando soprattutto le parole del pontefice in occasione della Giornata della gioventù russa, che disse “non dimenticate mai la vostra eredità. Siete eredi della grande Russia”. Inoltre, secondo Podolyak, “se a una persona sfugge il fatto che la Russia uccida su un altro territorio sovrano cittadini di un altro Paese, è chiaro che quell’uomo ha una posizione filorussa”. Infine, il consigliere dell’Ucraina ha rivolto anche un invito agli ascoltatori della trasmissione, ovvero quello di “guardare agli investimenti che la Russia sta facendo nella Banca Vaticana. Dobbiamo analizzarli in modo un po’ più dettagliato”. Per ora, insomma, una pace mediata dal Papa non otterrà, da Kiev, una “giusta valutazione”.