Prosegue la corsa dei Verdi a Bruxelles sulle case green, ma gli incontri che ci sono stati non vanno nella direzione che auspicavano gli ecologisti. La strategia è di partire in maniera soft sui temi più spinosi per affrontare tra una decina di giorni anche a Strasburgo le tempistiche e la gradualità del passaggio da una classe energetica all’altra, che è il vero nodo da sciogliere. Il problema è che i parlamentari europei sono divisi anche su temi che lo sembrano poco, tanto da richiedere l’aiuto dei tecnici per riuscire a superare un ostacolo che la politica non è in grado di eliminare. A svelare il retroscena è la Verità, secondo cui è accaduto sull’articolo 9 bis, quello che riguarda l’obbligo di installare i pannelli solari su tutti i nuovi edifici e di estendere l’imposizione anche agli immobili di vecchia costruzione.
C’è una spaccatura tra chi spinge per una stretta sugli obblighi e chi, invece, auspica maggiore flessibilità. Ma le frizioni non finiscono qui. I parlamentari coinvolti nelle riunioni tecniche degli ultimi giorni non hanno trovato la quadra neppure sull’articolo 12, che impone l’installazione di colonnine o di punti di ricarica per le auto elettriche in tutti i garage. La divisione è netta anche in questo caso tra chi chiede flessibilità e chi reclama tempi rapidi.
OBBLIGHI CASE GREEN, TRATTATIVA S’INCAGLIA IN UE
La discussione tra i parlamentari europei si è concentrata, secondo quanto raccolto da la Verità, anche sulle differenze tra edifici residenziali e non, oltre che sulla possibilità di circoscrivere la stretta alle ristrutturazioni profonde o allargata a tutti i casi in cui si eseguono lavori. Peraltro, l’articolo 12 riguarda anche il progetto di parcheggi per le biciclette nei condomini. Inoltre, è iniziata la discussione anche sull’articolo 6, dove c’è un riferimento ai costi da sostenere. Di sicuro, il vento in Europa sta cambiando. Per la sinistra Ue e i Verdi è importante portare a casa provvedimenti ecologisti in vista delle elezioni europee del giugno 2024. O i provvedimenti vengono approvati nei prossimi mesi o le normative green rischiano di saltare. Per questo è prevista una fitta serie di incontri e Ditte Juul Jorgensen, la direttrice generale della direzione energia della Commissione Ue, in audizione in commissione industria, ha ribadito la necessità di “finalizzare un accordo entro la fine dell’anno“. Ma è anche il motivo per il quale potrebbero essere raggiunti compromessi al ribasso.