I carburanti elettronici, i cosiddetti e-fuel, sono davvero indispensabili per raggiungere gli obiettivi climatici? La politica in tutta Europa sta mettendo fuori gioco un numero enorme di motori a combustione che ancora circolano sulle strade europee, ma l’attuale proposta dell’Ue di una quota obbligatoria di carburanti elettronici dell’1% è solo “omeopatica”. Stando a quanto riportato da Welt, per i sostenitori dei carburanti elettronici, infatti, il regolamento non è abbastanza ambizioso. Essi definiscono le quote di miscelazione obbligatorie “dosi omeopatiche” e sperano che gli Stati membri dell’Ue fissino valori più elevati nelle loro leggi nazionali.
Gli e-fuel sono considerati quasi neutrali dal punto di vista climatico se sono prodotti con elettricità verde e anidride carbonica aspirata dall’atmosfera o catturata dai processi industriali. La quantità di Co2 utilizzata viene emessa nuovamente quando viene bruciata nell’auto. La consapevolezza che questa tecnologia possa contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici dell’Ue sta guadagnando terreno anche tra le case automobilistiche che stanno abbandonando completamente il motore a combustione interna, come ad esempio il Gruppo Stellantis, che possiede marchi come Opel, Fiat e Peugeot. Il colosso prevede di vendere in Europa solo auto puramente elettriche già nel 2030.
E-FUEL, I RISULTATI DEI TEST STELLANTIS
Tuttavia, Stellantis ha appena testato in un progetto con il gigante petrolifero saudita Aramco se i motori degli attuali modelli di auto (dall’anno di produzione 2014, Euro 6) possono tollerare anche i carburanti elettronici. È emerso che è possibile, in tutte le condizioni. Se dal 2025 al 2050 si bruciassero solo carburanti elettronici in queste auto Stellantis, si potrebbero risparmiare fino a 400 milioni di tonnellate di Co2, stando ai calcoli degli ingegneri del gruppo. «Stellantis, dopo mesi di test effettuati presso i propri centri di ricerca in tutta Europa, ha concluso che 24 famiglie di motori di veicoli europei Stellantis venduti a partire dal 2014, pari a 28 milioni di veicoli in circolazione, sono pronte per l’utilizzo di eFuel “drop-in” avanzati, senza necessità di alcuna modifica al gruppo propulsore», recita il comunicato del colosso automobilistico.
Aramco sta attualmente lavorando a due fabbriche pilota per i carburanti sintetici, che entreranno in funzione nel 2025. Una è in costruzione in Arabia Saudita, l’altra a Bilbao, in Spagna. Qui si produrranno diesel sintetico e carburante per l’aviazione. Aramco vuole usare le raffinerie e le infrastrutture esistenti per i carburanti elettronici e convertirle con il minor investimento di capitale possibile. Per i critici, invece, gli e-fuel sono un enorme spreco di energia. A causa dei numerosi passaggi di conversione dall’elettricità verde alla locomozione, un veicolo alimentato in questo modo ha bisogno di molte volte più energia di un’auto puramente elettrica.