Fabio Mini, generale militare, in passato capo di Stato Maggiore del Comando NATO, nonché comandante della missione in Kossovo, ha rilasciato un’intervista al quotidiano La Verità nella quale ha parlato della guerra in Ucraina. Il punto principale che emerge, secondo il generale, è che l’esercito di Kiev sembra essere “in difficoltà: le avanzate sono molto lente, dispendiose in termini di mezzi e di uomini e, soprattutto, limitate alle posizioni abbandonate dai russi”.
Dall’altra parte dell’Ucraina, invece, secondo il generale Mini emerge come, dal conto di Mosca, “è in corso una riorganizzazione delle difese“. Difendere le posizioni, infatti, “rende di più in termini di efficacia bellica e permette di ridurre le perdite”. Dal punto di vista della controffensiva, invece, spiega che “le avanzate degli ucraini sono diluite su un fronte ampio, ciò le rende lente e non permette di concentrare la potenza dell’esercito”. La tesi del generale Mini, inoltre, è aggravata dalle perdite umane, spiegando che “l’Ucraina ha perso 400mila uomini, la Russia meno di 150mila“, mentre a livello di uomini mobilitabili, Kiev “non arriva a 50mila [mentre] i russi hanno qualcosa come 700mila riserve” delle quali 300mila già schierate tra Ucraina e Bielorussia.
Generale Fabio Mini: “Il mondo è stanco degli USA”
Insomma, secondo il generale Fabio Mini la realtà del conflitto in Ucraina dimostra sempre di più che “la guerra è fortemente sbilanciata” a favore di Mosca. D’altro conto, però, ritiene anche “molto lontana” la prospettiva di aprire un negoziato in questo momento. Questa potrebbe essere una strategia russa, che negli anni di guerre ha dimostrato, spiega il generale, che “i primi tempi sono duri”, per poi riprendersi “sempre, reagendo con determinazione”.
Oltre alla guerra in Ucraina, ma legato a questa, secondo il generale Mini è anche l’affermarsi “a livello globale di un ‘terzo mondo’, periferico, che non vuole più questo conflitto. Paesi terzi, rispetto allo schieramento classico, che sono contrari all’atteggiamento degli Stati Uniti e dell’Occidente”. Un terzo mondo che “si sta sganciando dal dollaro, per instaurare un nuovo sistema di scambio, con nuove monete”. L’esito complessivo, conclude il generale Mini, è che l’impostazione del mondo fortemente voluta e promossa dagli USA “ha fatto il suo tempo”. Questi vogliono “un sistema di dominazione economia e politica”, mentre “la guerra in Ucraina rende evidente [che] c’è un mondo, costituito dai tre quarti della popolazione globale, che non ne può più di questo sistema“.