La violenza politica fa paura al punto tale che i giovani sono sempre più disillusi dalla democrazia e “flirtano” con la dittatura militare. Lo rileva un sondaggio di Open Society Foundation (OSF), la rete di fondazioni del filantropo George Soros. L’indagine è stata condotta da maggio a luglio, coinvolgendo in totale 36.344 intervistati in 30 Paesi (tra cui Cina e India, Brasile e Messico, Russia e Arabia Saudita, Sudafrica ed Etiopia, Giappone e Stati Uniti), che insieme rappresentano 5,5 miliardi di persone, quindi due terzi della popolazione mondiale. L’Europa era rappresentata da Germania, Francia, Italia, Polonia, Gran Bretagna e Ucraina. Dai risultati, che verranno aggiornati ogni anno e che sono stati visionati dal giornale austriaco Presse, emerge che i diritti umani non sono percepiti come valori occidentali, ma universali.
Il 94% degli intervistati rifiuta la persecuzione delle persone di altre fedi, la discriminazione degli omosessuali è fuori discussione per l’86% e il 72% ritiene che l’istituzione di diritti umani validi a livello globale sia un buon sviluppo. Gli indici di gradimento più alti si registrano in Bangladesh e Nigeria, rispettivamente con l’88 e l’86%, quelli più bassi in Giappone e Germania, rispettivamente con il 45 e il 51%, mentre il 63% dei russi e il 69% dei cinesi credono nell’impatto positivo dei diritti umani. Per quanto riguarda la democrazia, è considerata la forma di governo preferita dal 62% degli intervistati. L’approvazione è inferiore al 50% solo in tre Paesi: Russia e Arabia Saudita (35% ciascuno) ed Emirati Arabi Uniti (47%). All’altra estremità dello spettro si trovano la Turchia (79%), il Senegal e il Kenya (entrambi al 76%), invece la Germania è al di sotto della media globale con il 60% di approvazione e la Cina si trova nel mezzo con il 62%.
GIOVANI DELUSI DA INEFFICACIA DEMOCRAZIA
Altro aspetto interessante che evidenzia il sondaggio è che i giovani flirtano con la dittatura militare. La democrazia può ancora essere popolare, ma l’appeal si sta erodendo, soprattutto tra i giovani. Solo un intervistato su cinque di età superiore ai 56 anni ritiene che la dittatura militare sia una buona forma di governo, invece la percentuale per la fascia di età compresa tra i 18 e i 35 anni è del 42%. Come evidenziato da Presse, il 35% dei giovani intervistati contro il 26% degli anziani concorda con l’affermazione che un buon leader potrebbe fare a meno di elezioni e parlamento. Se si scompongono i dati per analizzare la questione dal punto di vista geografico, emerge che la maggior parte dei sostenitori della dittatura militare si trova in Egitto (63%), Bangladesh (61%) e in India (60%).
I livelli più bassi di sostegno, invece, sono stati riscontrati dal sondaggio OSF in Giappone (7%), Germania (14%) e Italia (16%). Il divario generazionale si può spiegare con la sensazione di abbandono che provano i giovani rispetto ad un sistema politico la cui efficacia nell’affrontare i problemi più urgenti è bocciata. L’insoddisfazione, tuttavia, non è legata all’età, poiché il 53% di tutti gli intervistati ha dichiarato che le cose nel loro Paese si stanno muovendo in una cattiva direzione.
DAL CAMBIAMENTO CLIMATICO AL FUTURO IN CINA
Restando in tema cattiva direzione, le crisi di questi ultimi anni hanno portato ad una profonda incertezza. In 21 dei 29 Paesi presi in esame (tranne in Ucraina, dove per ovvie ragioni la domanda non è stata posta), la maggioranza assoluta ha dichiarato di temere la violenza di matrice politica. La paura più diffusa è in Sudafrica, Kenya (79% ciascuno) e Colombia (77%), quella minore in Cina (15%), Russia (30%) e Gran Bretagna (37%). A sorprendere è il fatto che due terzi degli intervistati negli Stati Uniti e in Francia temono un’escalation dei conflitti. C’è poi il cambiamento climatico, non percepito più come problema astratto, ma come minaccia reale. Il 70% degli intervistati ritiene che nel 2024 percepirà direttamente la crisi climatica.
Gli abitanti di Bangladesh (90%), Turchia (85%) ed Etiopia (83%) si sentono più minacciati dalla crisi climatica, secondo il sondaggio OSF, mentre una relativa serenità prevale in Cina, dove “solo” il 45% si aspetta conseguenze negative nel prossimo anno, così come in Russia (48%) e in Gran Bretagna (54%). In Germania la percentuale è del 69%. Il cambiamento climatico e la lotta alla povertà sono le sfide più grandi, ancor più della migrazione. L’Occidente resta comunque il modello di riferimento, d’altra parte la maggioranza della popolazione mondiale ritiene che il futuro sia in Estremo Oriente. Il 36% di tutti gli intervistati ritiene che la Cina avrà la maggiore influenza sugli affari mondiali nel 2030, mentre solo il 26% si aspetta che gli Stati Uniti mantengano il primo posto.