L’economia tedesca da qualche mese a questa parte sembra attraversare un complicato, e apparentemente inarrestabile, declino. Dati alla mano, riferisce il quotidiano francese Le Figaro, il PIL della Germania a fine anno dovrebbe registrare un ulteriore calo dello 0,4%, rendendolo di fatto il paese tra i G7 con la performance peggiore. Gli analisti del FMI, inoltre, ritengono che nei prossimi cinque anni avrà tassi di crescita probabilmente inferiori a quelli di USA, Regno Unito, Francia e Spagna.
Secondo l’analisi del quotidiano francese, l’economia tedesca, come quella degli altri partner europei e mondiali, ha sofferto della complicata situazione geopolitica internazionale, che ha portato ad un calo del commercio mondiale e a tassi di inflazione e di interesse alle stelle. Non solo, però, perché contestualmente la Germania starebbe anche soffrendo di alcune scelte “sbagliate” dal passato. In particolare l’economia tedesca sta scontando gli esiti di una lunga dipendenza dal gas russo, oltre che di un modello industrialmente eccessivamente improntato alla Cina e di un cronico sotto investimento nelle infrastrutture pubbliche.
Perché l’economia tedesca rischia la recessione?
Insomma, secondo il quotidiano francese per l’economia tedesca sarà piuttosto complicato uscire da questo periodo buio che la sta interessando. Tra i vari fattori, il più risolvibile è quello che riguarda gli investimenti pubblici, dato che il caposaldo economico della Germania è sempre stato quello di accumulare risorse e controllare il debito. Tuttavia, è anche vero che i lavori pubblici, con i tassi di interesse alle stelle, sono oggi più costosi che negli anni precedenti, con l’effetto di scoraggiare l’esecutivo.
Similmente, un’altra grande sfida per l’economia tedesca, che potrebbe avere una soluzione pressoché già pronta, è la (superata) dipendenza dal gas russo. Il paese, infatti, decise di lasciare da parte l’energia nucleare e il carbone, a favore del gas in attesa di sviluppare le energie rinnovabili. Così, senza nucleare e senza gas (a causa della crisi con la Russia), la Germania nel 2022 ha bruciato più carbone che nel 2021, pur mantenendo il 46% dei consumi nelle rinnovabili. Il nucleare potrebbe invertire questa crisi, non fosse che le centrali sono state chiuse e non vi è l’intenzione di riaprirle.
L’ultimo, doloroso, tassello della crisi dell’economia tedesca affonda le sua radici in Cina. Infatti, tra i due paesi vi è sempre stata un’ampia collaborazione, che quest’anno ha portato ad un calo delle esportazioni tedesche verso la Cina dell’11,3%, che ha inciso pesantemente sulla produzione interna. Similmente, il comparto automobilistico (fiore all’occhiello della Germania) fatica a far decollare i suoi modelli elettrici, a favore di quelli cinesi. La soluzione sarebbe quella di puntare al mercato europeo, non fosse che le grandi aziende (Volkswagen sopra a tutte) stanno delocalizzando la produzione proprio in Cina.