Bruxelles si prepara alla tassazione minima internazionale, progetto guidato dall’OCSE che i 27 Paesi membri hanno sottoscritto e che entrerà in vigore nel 2024 in 140 paesi in totale. Il commissario all’Economia e alla Fiscalità, Paolo Gentiloni, ha presentato martedì da Strasburgo il quadro sull’imposizione dei redditi, o “Befit”. La proposta è quella di un corpus unico di norme fiscali per le imprese in Europa che la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, aveva auspicato un anno fa nel suo discorso sullo Stato dell’Unione. La riforma internazionale prevede un’imposta minima globale del 15%.
Bruxelles vuole mettere in atto, a partire dal 2028, un insieme unico di regole per il calcolo della base imponibile indipendentemente dal Paese in cui operano le entità dello stesso gruppo e indipendentemente dalla nazionalità della loro società madre. Come precisa la Commissione, “tutte le società appartenenti allo stesso gruppo calcoleranno la propria base imponibile secondo un insieme comune di aggiustamenti fiscali nei loro bilanci”. Tutte queste basi imponibili verranno quindi aggregate in una sola. La percentuale imponibile che varrà per ciascuno degli enti sarà calcolata in via transitoria – per sette anni – “sulla base della media dei risultati imponibili dei tre anni d’imposta precedenti”, come spiega Le Figaro.
Tassazione minima internazionale: obiettivo ridurre i costi attuali
Secondo i criteri negoziati dai paesi membri dell’OCSE, sono interessate dalla tassazione minima internazionale tutte le aziende con un fatturato superiore a 750 milioni di euro. A determinate condizioni, anche i gruppi con sede in paesi terzi dovrebbero conformarsi alle nuove norme europee. Le PMI che operano in diversi paesi dell’UE potranno utilizzare queste regole, su base facoltativa. Paolo Gentiloni ha sottolineato martedì i vantaggi di questo nuovo insieme di regole per il calcolo della base imponibile. “Befit ridurrà i costi di conformità fiscale, ma è anche progettato per garantire la certezza fiscale”, ha spiegato. La sua attuazione consentirebbe quindi di ridurre i costi attuali.
Befit dovrebbe limitare i rischi di frode. La chiave è “la riduzione delle perdite transfrontaliere, nella misura in cui le perdite saranno automaticamente compensate con i profitti transfrontalieri, nonché una maggiore certezza fiscale in termini di rispetto dei prezzi di trasferimento”. Nelle proposte presentate martedì, Bruxelles attacca anche i prezzi di trasferimento, il meccanismo che permette di determinare il prezzo delle transazioni tra società appartenenti allo stesso gruppo. Anche in questo caso l’obiettivo è ristabilire l’ordine tra le diverse regole vigenti negli Stati membri e limitare le pratiche di ottimizzazione fiscale di cui alcune imprese abusano.