Francia e Germania che si rifiutano di accogliere altri migranti, gli arrivi a migliaia sulle coste italiane. E dall’altra parte le resistenze socialiste (in particolare dell’alto rappresentante per gli Affari Esteri dell’Ue Josep Borrell) all’attuazione del Memorandum della Ue con la Tunisia, secondo una ricostruzione de Il Giornale non solo osteggiato apertamente, tanto da chiederne il disconoscimento, ma anche boicottato nei fatti ostacolando l’invio di due tranche da 105 e 150 milioni che Tunisi poteva utilizzare proprio per far fronte all’emergenza flussi.
L’Italia si trova di nuovo in mezzo a una bufera migratoria dalla quale è difficile uscire. Ieri la Meloni, in un video diffuso da Palazzo Chigi, ho promesso misure straordinarie, che saranno adottate nel prossimo Consiglio dei ministri di lunedì. Per il premier occorre “una missione europea anche navale se necessario, in accordo con le autorità del Nordafrica, per fermare la partenza dei barconi”. La Francia è tornata ad offrire solidarietà e collaborazione, mentre la Germania ribadisce la sua posizione di chiusura, affermando che l’Italia deve rispettare quanto previsto dal regolamento di Dublino sui movimenti secondari. la Meloni ha anche invitato Lampedusa Ursula von der Leyen, che ha accettato. Non c’è una data ma la visita avverrà “a breve”.
La verità – dice Toni Capuozzo, giornalista e inviato di guerra – è che siamo all’interno di un fenomeno di dimensioni tali che risulta comunque di difficile gestione. E che sarebbe meglio, come Unione Europea, cercare di concludere più accordi con i Paesi di origine dei migranti per organizzare i loro rimpatri. Per uscirne, o almeno per riuscire a controllare meglio la situazione, la soluzione migliore sarebbe tornare al sistema delle quote e garantire così entrate regolari e autorizzate, più controllate.
Il Giornale parla di un boicottaggio da parte della sinistra europea del Memorandum firmato dalla Ue con la Tunisia. Ne viene chiesto l’annullamento da parte dei socialisti e comunque sarebbe stata ostacolata la corresponsione al governo tunisino di due tranche previste dall’accordo. Lo straordinario flusso di migranti di questo periodo si spiega anche così?
L’origine del problema è precedente. Tutto ha inizio con la contrarietà, innanzitutto degli Usa, di erogare i fondi del Fmi alla Tunisia, condizionati dall’avvio di una serie di riforme da parte del Paese africano. Riforme considerate liberali che però sarebbero sanguinose: comporterebbero la fine di alcuni prezzi fissati per generi alimentari di prima necessità e lo smantellamento di alcune imprese pubbliche. La sola Tunisair dovrebbe licenziare mille persone. Il governo tunisino, ma c’è da capirlo, fa resistenza: vorrebbe avere i soldi senza dover dare in cambio riforme imposte dall’esterno. L’Italia si è adoperata inutilmente per ottenere una deroga per loro.
E poi?
Alla fine è piovuto sul bagnato. Oggi la Tunisia è la nuova Grecia, e l’Europa, che ha dato soldi con grande prodigalità a Erdogan, un dittatore, stenta a farlo nei confronti della Tunisia, che ha un esecutivo che ha sospeso alcune libertà, imprigionando degli oppositori, ma non è una dittatura spietata. È un governo autoritario che cerca di fare uscire il Paese dalle lunghe incertezze del post Primavera araba.
Qual è la logica di questa nuova ondata di migranti, la maggior parte dal porto tunisino di Sfax?
In Tunisia appena si crea un varco per partire viene sfruttato. È come quando ci sono gli sconti e si crea la fila davanti ai negozi. Se la Guardia costiera tunisina, che spesso non si vede neanche pagare gli stipendi, allenta i controlli, tutto il serbatoio umano che gli scafisti centellinano in molti viaggi, in molte date, improvvisamente viene lasciato partire. C’è il corri corri generale.
Le contraddizioni europee per cui da una parte si firma il Memorandum e dall’altra non lo si sostiene contano fino a un certo punto?
Ancora di più conta il fatto che c’è questo flusso senza fine di immigrazione. Non è così solo in questi giorni. Sarà così anche fra sei mesi. Come giornalisti continuiamo a ragionare in termini di emergenza, pensando che con il Memorandum le cose si sarebbero risolte. Semplicemente, invece, si è creata un’emergenza nell’emergenza continua. Il problema dell’Europa e dell’Italia è che non riescono a governare questo fenomeno che è epocale.
Il Memorandum applicato alla lettera non basterebbe per fare fronte a una situazione storicamente eccezionale?
Sicuramente. Sarebbe molto più importante stabilire, come Unione Europea, degli accordi con i Paesi di origine per il ritorno in patria di chi arriva senza le carte in regola. L’Italia ha stipulato intese con alcuni Paesi, ma è ovvio che se l’Europa, pagando, naturalmente, stipulasse degli accordi con la Nigeria, il Ghana, la Costa d’Avorio, qualcosa cambierebbe. Molto spesso non possiamo rimpatriarli perché le nazioni da cui provengono non li accettano.
Dunque la strategia dei rimpatri potrebbe funzionare?
Ha funzionato per pochi Paesi. È anche una pratica molto costosa, basta pensare alla spesa per gli aerei. Non sarebbe una soluzione indolore, ma contribuirebbe ad alleggerire la pressione sui centri di immigrazione. Governare vuol dire aprire una politica di visti e progressivamente bloccare l’immigrazione clandestina e gli scafisti. Questo per riuscire ad avere, invece di un numero imprecisato di migranti in un anno, i 50mila che hai deciso di avere. Gente che arriva in parte dal Pakistan, in parte dalla Nigeria, ma con delle quote, con visti concessi a persone che non rischiano la vita, che non pagano 5mila dollari per arrivare in Libia, ma per avere un biglietto aereo regolare.
Bisogna tornare alla politica delle quote?
Sì. Bisogna tornare a quello.
Ma questa coincidenza tra gli arrivi in massa, le resistenze socialiste nella Ue sul Memorandum, Francia e Germania che si sfilano dall’accoglienza, non è sospetta?
Francia e Germania fanno i loro interessi. Sono fortemente scettico che i socialisti europei riescano a organizzare un complotto contro l’Italia: semplicemente, saltano al collo di un’occasione. In Tunisia ci sono gli scafisti che trafficano e i migranti che non vedono l’ora di partire appena il mare è tranquillo. Tutto il resto, certamente, non dà una mano. Anche la destra francese e la destra tedesca fanno i loro interessi. I socialisti giocano la loro partita ideologica contro il governo di centrodestra italiano, ma lo fanno da mosche cocchiere. Non penso a complotti.
Come si può interpretare il rifiuto della Tunisia di far entrare una delegazione dell’europarlamento che voleva parlare con l’opposizione?
C’è un pregresso di promesse non mantenute da parte della comunità internazionale, che ha fatto ventilare la possibilità di avere dei prestiti che sarebbero essenziali per cambiare lo stato delle cose in Tunisia. Fondi promessi con modalità ricattatorie: “Te li do se fai le riforme”. Credo che l’atteggiamento della Tunisia sia comprensibile.
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