Nuovo tentativo fallito per l’Unione Europea di mediare tra Kosovo e Serbia. I colloqui avviati tra Joseph Borrel, il presidente serbo e il primo ministro kosovaro si sono conclusi con un rifiuto da pristina di accettare i compromessi per normalizzare le relazioni tra i due paesi, come proposto già lo scorso anno con l’aiuto degli Stati Uniti, con la motivazione che “Gli accordi avrebbero favorito solo la linea di Belgrado“. Così a conclusione dell’incontro, il primo ufficialmente faccia a faccia da quando sono scoppiate le tensioni sfociate in scontri lo scorso maggio, come riportato dal quotidiano Euractiv, l’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’europa Borrell ha dichiarato ai giornalisti “Ci abbiamo provato, ma sfortunatamente non è stato possibile colmare le differenze oggi“.
Tra i due governi non c’è stato parere concorde circa le condizioni per poter avviare l’intesa, anche perchè la proposta è stata accettata da Vučić, a patto di vedere significativi progressi nella creazione dei 10 comuni a maggioranza serba, mentre il primo ministro del Kosovo Kurti non è sceso a compromessi dichiarando che “la Serbia deve fare il primo passo, adottando misure per il riconoscimento ufficiale dell’indipendenza“.
Kosovo Serbia, falliti nuovamente i tentativi di mediazione dell’Europa
Dopo il fallimento da parte dell’Ue di un nuovo tentativo per riavviare i colloqui di accordo tra Kosovo e Serbia, ora c’è il rischio che si riaccendano le tensioni. Specialmente nel nord, dove sono già in atto scontri aspri tra minoranza serba e albanesi. Il caos prosegue da aprile, e cioè da quando i cittadini serbi avevano boicottato le elezioni comunali, manifestando una chiara opposizione all’insediamento dei sindaci di etnia albanese. Tutto ciò rappresenta anche un chiaro ostacolo alla candidatura del Kosovo per l’ingresso nell’Unione Europea, oltre a bloccare quella della Serbia che è già stata presa in considerazione da tempo.
Borrell ha però dichiarato che gli accordi proposti dall’Ue non potranno discostarsi più di tanto da quanto già stabilito, perchè come ha sottolineato in conferenza stampa “Abbiamo proposto quello che consideriamo essere l’unico compromesso possibile, un processo che consentirebbe di procedere in parallelo“, inoltre ha aggiunto che questa è “l’unica proposta appoggiata dai consensi di tutta la comunità internazionale, compresi gli Stati Uniti“.