Ci fosse ancora Antonioni ci farebbe un bel film sull’incomunicabilità. Il grande regista non è più tra noi, ma un’incredibile impasse sul genere a lui caro (ricordate La notte o L’eclissi?) si sta girando adesso. E mica un filmetto tra amatori: gli interpreti sono addirittura i player delle Olimpiadi. Cosa succede? Ecco.
“Non abbiamo a oggi elementi, a poco più di tre anni dai Giochi olimpici 2026 e dopo un confronto avviato e voluto da Fondazione Milano Cortina 2026 sin dal 2021, per potere attestare la sostenibilità ambientale delle opere e dei giochi olimpici invernali dichiarata nel dossier di candidatura”. È la conclusione firmata da CAI, Federazione Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness, TCI e WWF, al termine del confronto, pochi giorni fa, con la Fondazione Milano Cortina 2026 (responsabile dello svolgimento dei Giochi) e con la Società Infrastrutture Milano Cortina (S.I.Mi.Co., responsabile delle infrastrutture) sullo stato di avanzamento degli interventi in vista dei giochi olimpici invernali del 2026.
La zappa sui piedi se l’è calata la stessa Fondazione, che aveva voluto una valutazione ambientale strategica preliminare, focalizzata sul programma delle tre settimane dei Giochi. “Capita però – sostengono le associazioni – che S.I.Mi.Co. sinora non abbia fornito il quadro dettagliato e completo dei vari stadi di progettazione/valutazione/autorizzazione degli interventi (infrastrutture lineari), connessi e di contesto, inseriti nel piano, che pure è stato trasmesso al ministero dell’Ambiente sin dall’aprile 2022. In particolare, per quanto riguarda la pista da bob di Cortina, malgrado il lievitare incontrollato dei costi (che dai 50 milioni di euro si stima siano già arrivati a 120) e l’alternativa di possibile utilizzo della pista Innsbruck (12 milioni di euro), a impatto zero per il nostro Paese, né la Fondazione, né S.I.Mi.Co. si dichiarano disponibili a considerare l’alternativa ambientalmente ed economicamente più sostenibile”.
Una scelta autarchica? Una questione di orgoglio? Una testardaggine? O una soluzione che accontenta gli interessi di molti? Anche se gli atleti italiani di bob risultano essere appena 6 (sei!), che potrebbero (ma solo forse…) aumentare, se la nuova pista riuscisse a motivare altri sportivi.
“Di fatto – osservano le associazioni – non rendendo disponibili tutte le informazioni (anche sulle opere connesse e di contesto) si è persa un’occasione storica di confronto durante la fase partecipativa, prevista nelle procedure di valutazione ambientale, che avrebbe potuto portare al miglioramento dei progetti e del loro inserimento ambientale, naturalistico e paesaggistico. Le associazioni infine riscontrano che le proposte di collaborazione nei loro confronti inizialmente formulate nel gennaio 2021 dalla Fondazione Milano Cortina, come ad esempio la raccolta di suggerimenti e spunti, la condivisione della progettualità, anche su recupero/compensazione e gli incontri di aggiornamento periodici, sono state improduttive”.
Un dialogo che vede parlare solo un partecipante, insomma, un muro di gomma tanto più inspiegabile quanto voluto proprio da chi adesso si trincera nella non-comunicazione. “Per questi motivi le associazioni ritengono, che, con queste modalità di coinvolgimento, non sia più proficua la loro partecipazione al tavolo di confronto voluto dalla Fondazione Milano-Cortina 2026. Le associazioni continueranno comunque a svolgere il proprio ruolo per monitorare, contrastare i progetti sbagliati e impattanti e a proporre alternative laddove possibile instaurando un confronto produttivo con gli interlocutori istituzionali”.
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