Sandro Donati, chi è lo storico allenatore di Alex Schwazer
Nella vita sportiva di Alex Schwazer è stata fondamentale, negli ultimi difficili anni, la presenza del suo allenatore Sandro Donati. Conosciuto per essere uno dei più illustri allenatori di atletica leggera, è noto anche per le sue battaglie contro il doping nell’atletica leggera, nel calcio e nel ciclismo. Inoltre, ha anche denunciato gli scandali dell’atletica italiana avvenuti nella metà degli anni ’80.
La collaborazione sportiva con il marciatore e attuale concorrente del Grande Fratello 2023 ha preso il via nella stagione 2015-16, quando è diventato suo allenatore mentre lo sportivo stava ancora scontando la squalifica per doping fino al 29 aprile 2016. Sempre nel 2016, però, Alex Schwazer piomba dentro un nuovo presunto caso di doping. Il marciatore viene squalificato in seguito ad una nuova presunta positività rilevata con controllo a sorpresa: tale squalifica ha causato l’avvio di una battaglia legale, con Donati al fianco del marciatore.
Alex Schwazer e la scelta di Sandro Donati: “Volevo dare un segnale“
Sandro Donati è sempre stato di supporto ad Alex Schwazer. In seguito alla seconda squalifica, il procedimento della giustizia ordinaria si è concluso nel 2021 con l’archiviazione del caso per non aver commesso il fatto. Tuttavia, l’esito è stato contestato dalla WADA (l’Agenzia mondiale antidoping). In un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, Donati aveva così parlato di questo caso e si era schierato a favore del marciatore, considerato una vittima: “Fa capire quanto alcune istituzioni sportive siano deviate“.
Alex Schwazer, al Grande Fratello 2023, ha svelato di aver scelto Donati come allenatore (nonché soprattutto principale accusatore di coloro che si sono dopati nel mondo dello sport) per il suo recupero atletico dopo il primo caso di doping e per ricominciare ad agire nella massima trasparenza: “Io, lontano da tutti, ho riscoperto la bellezza dello sport, e da quel momento ho deciso di tornare. Siccome alla fine non avevo paura di niente, volevo dare un segnale più che altro“.