E’ morto a 98 anni Giorgio Napolitano, due volte presidente della repubblica, nonché ex presidente della Camera, ministro, parlamentare, europarlamentare ed esponente di spicco del Partito Comunista Italiano. Nel corso della sua lunghissima carriera, da capo dello stato italiano, è intervento tre volte al Meeting di Rimini, una in presenza, in occasione dei 150 anni della Repubblica del 2011, e due in video, leggasi nel 2007 e nel 2013.
Come ricorda il sito dello stesso Meeting, i temi sui cui il presidente Napolitano si è soffermato maggiormente durante i suoi interventi sono stati i giovani e l’Europa, due argomenti quanto mai attuali. Il 19 agosto del 2007, ricordò ad esempio che «L’Unione europea non può permettersi di arretrare, di regredire a una semplice rete di cooperazione intergovernativa». E ancora: «Ora che l’Europa allargata è chiamata a rinnovare la propria coesione interna e a misurarsi con la competizione globale. Il cultura e l’identità europee, basate su valori e tradizioni comuni, sono una fonte essenziale di unità».
GIORGIO NAPOLITANO, L’INTERVENTO AL MEETING DI RIMINI DEL 2013
Nel messaggio al Meeting di Rimini del 18 agosto del 2013, Giorgio Napolitano si era invece rivolto prima di tutto alle nuove generazioni con un «messaggio di amicizia e di fiducia al vostro Meeting, ai giovani che affollano la grande sala di Rimini» e augurando loro «di dare il contributo che tutti ci attendiamo dalle generazioni più giovani per una nuova fase di sviluppo in tutti i sensi dell’Italia e dell’Europa». In quell’occasione parlò anche delle sfide dell’Ue, aggiungendo che «per non farsi sommergere dalla globalizzazione l’Europa deve innanzitutto avere più coscienza di sé. Non deve mai dimenticare i presupposti del grande progetto europeo di Monnet, di Schuman, di De Gasperi, di Adenauer. Erano presupposti di carattere storico culturale, quali sono stati gli elementi fondamentali di una identità europea, di una cultura europea, che si è costruita anche attraverso incroci molteplici. Ricordo che papa Benedetto XVI parlava di una cultura dell’Europa nata dall’incontro tra Atene, Gerusalemme e Roma».
Parlò nuovamente ai giovani, non ‘obbligandoli’ a rimanere nel nostro Paese: «Io non tratterrei mai un giovane, dall’andare a studiare o fare ricerca fuori d’Italia, convinto che la sua ambizione sia poi di tornare in Italia arricchito da questa esperienza che ha fatto e non vedo in questo nessun elemento di smarrimento dell’identità nazionale. Identità che non si cancella ma si integra nell’identità europea. Essere europei non significa cessare di essere spagnoli, francesi o tedeschi. Significa sublimare le proprie storie e vocazioni nazionali”.
GIORGIO NAPOLITANO, L’INTERVENTO AL MEETING DI RIMINI DEL 2011
Infine il messaggio più importante di Giorgio Napolitano al Meeting di Rimini, quello del 21 agosto 2011 in presenza, per i “150 anni di sussidiarietà”. «La storia che abbiamo vissuto in 150 anni di Unità – spiegò 12 anni fa Napolitano – nei suoi momenti migliori, come quando sapemmo rialzarci da tremende cadute e poi evitare fatali vicoli ciechi, racchiude il DNA della nazione. E quello non si è disperso, e non può disperdersi. I valori che voi testimoniate ce lo dicono; ce lo dicono le tante espressioni, che io accolgo in Quirinale, dell’Italia dell’impegno civile e della solidarietà, dell’associazionismo laico e cattolico, di molteplici forme di cooperazione disinteressata e generosa».
Quindi un nuovo pensiero rivolto ai giovani: «Portate nell’impegno politico le vostre motivazioni spirituali, morali, sociali, il vostro senso del bene comune, il vostro attaccamento ai principi e valori della Costituzione e alle istituzioni repubblicane: apritevi così all’incontro con interlocutori rappresentativi di altre, diverse radici culturali. Portate, nel tempo dell’incertezza, il vostro anelito di certezza. È per tutto questo che rappresentate “una risorsa umana per il nostro Paese”. Ebbene, fatela valere ancora di più: è il mio augurio e il mio incitamento».