«La confessione di Antonio Panzeri sul Qatargate è estorta». A denunciarlo sono gli avvocati Laurent Kennes e Marc Uyttendaele in un documento che ora è agli atti. Il 9 dicembre scorso l’ex europarlamentare, dopo che in casa gli avevano trovato 600mila euro in contanti sospettati di arrivare da Marocco e Qatar per condizionare l’Eurocamera, fu arrestato e portato nella caserma della polizia, mentre in Italia venivano bloccate la figlia Silvia e la moglie Maria Colleoni e arrestati Francesco Giorgi, suo assistente parlamentare ritenuto complice e la moglie di questi, Eva Kaili. In cambio di una pena mite e della liberazione di moglie e figlia, confessò. Per i legali, che accusano gli inquirenti di «slealtà», su Panzeri «è stata fatta pressione» quando era «vulnerabile».
Stando alla ricostruzione del Corriere, l’avvocato Kennes alle 14:30 informò la polizia che Silvia, appreso l’arresto del padre, chiese al legale di assisterlo. Gli fu assicurato che avrebbe potuto consultarlo prima dell’interrogatorio, senza precisare quando, ma in serata il collega Uyttendaele venne informato che non potevano parlarci perché, come consentito dalla giustizia belga, Panzeri aveva rinunciato all’avvocato. Inoltre, gli agenti sostenevano che la figlia di Panzeri non poteva aver chiamato il legale perché «è stata arrestata», ma il legale aveva il messaggio della donna, che risale alle ore 14:14. Al Corriere risulta che è stata arrestata alle 14:15 e che l’interrogatorio era cominciato alle 15:56. La chiamata di Panzeri alla figlia risale alle 17:42, ma trovò la segreteria, perché la donna era stata arrestata.
QATARGATE, L’INTERROGATORIO DI PANZERI E L’OFFERTA
Antonio Panzeri nell’interrogatorio andò a ruota libera, rivendicando anche la sua storia sindacale e parlamentare, stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, secondo cui giustificò l’elevato tenore di vita con le quattro pensioni e le donazioni. Poi però ammise di ricevere in nero 17mila euro al mese come consulente del ministro del Qatar Al Marri, ha dichiarato che Giorgi non sapeva nulla e non ha fatto alcun riferimento a Kaili, citando l’europarlamentare Andrea Cozzolino e altri come conoscenti. Dopo cinque ore, prima di entrare in cella, venne a conoscenza dell’arresto di moglie e figlia. L’offerta sarebbe arrivata, invece, il mattino dopo: una condanna a 6 mesi con moglie e figlia fuori dal carcere, anziché i 15 prospettati dagli inquirenti, in cambio di due nomi.
«Completamente sconvolto», Panzeri si «auto incrimina di corruzione», scrivono gli avvocati, e cita gli europarlamentari italobelgi «Marc Tarabella e Maria Arena». Nell’istanza del 14 dicembre, i legali protestano perché Panzeri «non è stato informato in maniera chiara sulle conseguenze» della rinuncia a un legale e che la figlia aveva incaricato Kennes: lo considerano, dunque, uno «stratagemma» per pressarlo sulla sorte di moglie e figlia che rende nulli gli atti e impone la sua scarcerazione. In ogni caso, il 17 gennaio Panzeri ha firmato l’accordo: un anno di carcere, ma ai domiciliari, e confisca di un milione. Moglie e figlia liberate il 26 gennaio.