Un 24enne italiano originario della Tunisia è stato arrestato nelle scorse ore nel nostro Paese, in quanto considerato jihadista. Secondo quanto si legge sul sito di TgCom24, la Digos di Bologna e Forlì ha fermato il giovane in quel di Cesena, accusandolo di arruolamento passivo con finalità di terrorismo internazionale. Secondo quanto raccolto dagli inquirenti il ragazzo si era radicalizzato per combattere in Siria e in Iraq a fianco della jihad, e l’indagine era scattata lo scorso mese di luglio dopo alcune informazioni raccolte dall’Aise. E’ emerso che il 24enne jihadista avesse intrapreso un percorso di indottrinamento che lo ha poi portato ad aderire all’estremismo islamico.
Lo stesso era inoltre in continuo contatto, via internet, con esperti religiosi dell’Isis e continuava a vedere in maniera ossessiva scene di jihad, oltre ad ascoltare i sermoni “nasheed” dedicati al martirio. Era quindi pronto ad entrare in azione, anche se non è ben chiaro quali fossero i suoi intenti. Si sa invece che il 24enne di Cesena aveva preso dei contatti con una persona che avrebbe agevolato il suo viaggio verso la Siria nonché il reclutamento nel circuito jihadista, oltre ad intensificare il suo addestramento fisico.
24ENNE JIHADISTA ITALIANO ARRESTATO A CESENA, COSA DICE LA GIURISPRUDENZA IN MATERIA
Lavorando come elettricista aveva messo da parte i soldi per partire per il Medio Oriente, e a breve avrebbe quindi lasciato l’Italia per diventare a tutti gli effetti un jihadista, con finalità terroristiche. Come riferisce TgCom24.it, la contestazione di “arruolamento passivo” per fini di terrorismo internazionale, il reato contestato dalla procura bolognese, parte dalla giurisprudenza di Cassazione in materia.
Secondo i giudici della Suprema Corte, infatti, “non è necessaria la prova del ‘serio accordo’ con l’associazione” ma “è invece sufficiente la prova della integrale disponibilità del neo-terrorista al compimento di tutte le azioni necessarie al raggiungimento degli scopi eversivi propagandati dall’associazione”. La natura “individuale” dell’arruolamento – ipotesi di reato diversa dalla partecipazione ad associazione terroristica – non necessita che sia avvenuta “l’accettazione della richiesta” di entrare a far parte dell’organizzazione ma” è sufficiente la messa a disposizione incondizionata del neo-arruolato alla commissione di atti terroristici”.