Nell’anno 2023 cade l’ottantesimo anniversario della morte di Nikola Tesla, scienziato e inventore di grande versatilità creativa. L’autore ne tratteggia, con interessante dovizia di particolari, la figura sia scientifica sia umana non priva di una complessità dovuta al suo carattere eccentrico e talora stravagante, ma anche a problemi di salute. Le sue ricerche e i suoi progetti applicativi hanno spesso anticipato nel campo dell’ingegneria elettrotecnica e in quello dell’elettromagnetismo importanti invenzioni di fondamentale importanza, anche per le ricadute sociali ed economiche.
Ottanta anni fa, nel gennaio del 1943 moriva a New York Nikola Tesla, uno degli scienziati più geniali e famosi, ma allo stesso tempo anche controversi, vissuti a cavallo fra il diciannovesimo e il ventesimo secolo. A conferma della sua fama, l’importante rivista americana Life magazine in un suo speciale del 1997 ha inserito Tesla al cinquantasettesimo posto nella graduatoria delle cento persone più famose vissute nell’ultimo millennio. Inoltre, in suo onore, nel 1960 la comunità scientifica ha attribuito il suo nome all’unità di misura dell’induzione magnetica nel Sistema Internazionale (Tesla con simbolo T). Oltre a essere stato socio onorario della American Association for the Advancement of Science, Tesla ha ricevuto numerose lauree ad honorem fra le quali spiccano quelle dell’Università di Yale e della Columbia University, è stato premiato dal Franklin Institute e nel 1917 è stato insignito della prestigiosa Medaglia Edison dalla IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers). Molti dei suoi studi hanno portato a importanti innovazioni tecnologiche, soprattutto nel settore dell’ingegneria elettrotecnica, come testimoniano i suoi numerosi brevetti – ben 280 – depositati in 26 diversi paesi nel corso della sua lunga carriera. Tesla è stato inoltre candidato al Premio Nobel nel 1912 e, successivamente, nel 1915 in condivisione con Thomas Edison, ma in entrambe le occasioni non lo ricevette (nella seconda, in particolare, sembra per via del fatto che entrambi i candidati rifiutarono la premiazione congiunta a motivo della reciproca ostilità).
Nonostante i numerosi riconoscimenti ricevuti, tuttavia, a causa della sua personalità eccentrica e di alcuni comportamenti piuttosto stravaganti che hanno caratterizzato l’ultima parte della sua vita – successivamente identificati come sintomi di Disturbo Ossessivo Compulsivo (OCD), una patologia a quel tempo ancora poco conosciuta – Tesla fu alla fine ostracizzato da una parte della comunità scientifica e, anche a causa di alcune sue dichiarazioni piuttosto bizzarre e non giustificate, considerato dall’opinione pubblica un eccentrico visionario e uno scienziato folle. Occorre, inoltre, aggiungere che molti dei suoi risultati sono stati successivamente utilizzati strumentalmente per sostenere la nascita di pseudoscienze, teorie sugli UFO e forme di occultismo New Age.
Gli interessi di Tesla, tuttavia, non si limitarono esclusivamente all’ambito tecnico-scientifico ma riguardarono, anche se in misura minore, temi legati alla filosofia alla sociologia e alla religione. Su questi argomenti intervenne (soprattutto nell’ultima parte della sua vita) su quotidiani e riviste per esprimere il proprio punto di vista. Scrisse anche diversi articoli autobiografici, raccolti poi nel volume My Inventions. Parlava, inoltre, correttamente ben nove lingue (fra le quali anche l’italiano e il latino) che gli hanno consentito di mantenere rapporti con importanti uomini di cultura di diversi paesi (fra questi spicca per importanza e continuità quello di amicizia con lo scrittore Mark Twain).
La vita
Nikola Tesla nasce il 10 luglio 1856 nel villaggio di Smiljan al confine fra la Croazia (a quel tempo appartenente all’Impero Austro Ungarico) e la Serbia. Il padre Milutin era un ministro della chiesa ortodossa mentre la madre Georgina, pur essendo una casalinga non scolarizzata, era una donna dotata di notevole ingegno e creatività. Dopo la scuola elementare, Nikola frequenta la scuola superiore di Karistadt (ora Carlovac), dove riesce a diplomarsi in soli tre anni.
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Sergio Musazzi
(Ricercatore e divulgatore scientifico)