Fabrizio Corona è stato ospitato durante la diretta di Belve nello studio di Rai 2 da Francesca Fagnani. Confessa, subito, di non sentirsi “nessuna belva, perché non sono crudele e cattivo, sono tantissime cose: cinico, spietato, furbo, approfittatore, calcolatore, uno che ha venduto l’anima al diavolo ma non sono né cattivo, né crudele. Mi sento un animale, ma non un animale definibile”.
“Sono un genio ed un imbecille”, confessa Fabrizio Corona, “ma sono anche un cog*ione perché faccio tantissime cose senza pensarci e poi me ne pento. Sono cazz*ne nel modo di divertirmi, ma non nella vita normale”. Parlando della sua carriera, sostiene di fare “soldi muovendomi alle spalle del mondo dello spettacolo”, e commentando la sua vita sostiene di sentirsi immortale per via di tutte “le cose che mi sono successe senza che ne uscissi neanche con un graffio”. L’unico momento in cui si è sentito mortale, però, è stato “quando mi hanno comunicato che una persona a me cara si era ammalata gravemente e non potevo fare nulla”. Fabrizio Corona, infatti, ha un solo Dio, se stesso, sostenendo deciso di non crederci.
Fabrizio Corona: “Non rinnego nulla di ciò che ho fatto”
Fabrizio Corona, nella sua intervista, sostiene di essere “amatissimo”, credendo che chi lo odia lo fa perché “vorrebbe essere come me”. Non rinnega, infatti, nulla di ciò che è ed è stato, pur riconoscendo senza problemi di aver fatto molti errori e di essere “un bugiardo”. Venne deviato, sostiene, “dal mondo di Lele Mora. Fondai la Coronas perché vidi un buco in quel mercato”, riuscendo a “creare un sistema”. Parlando della sua carriera, spiega che “incontra le persone e le segue, ma il mio metodo era un altro: ero amico dei personaggi, sapevo dove abitavano, sapevo le loro crisi. Era come se organizzavo un esercito e lo distribuivo 24 ore 24 e tante cose erano organizzate perché i personaggi capivano il business”. Un giro che portò a Fabrizio Corona “5 milioni al mese, vendevamo servizi, anche finti”, ma non lo ritiene un business ricattatorio.
A conti fatte, però, Fabrizio Corona non si dice dispiaciuto per nulla di ciò che ha fatto, sostenendo di aver aiutando anche tante persone famose, rivelando per esempio i tradimenti. Poi finì ai domiciliari, quando lanciò le sue mutande dalla finestra, “erano tutti davanti a me quella volta, ero amato, ma la parte snobbettona si faceva un paio di pensierini. Io credo di essere tutt’ora una delle persone più note e popolari“, ma non ha nessuna paura di uscire dal cono di luce, “non lo farò mai perché sono un pezzo di storia”. Attualmente, infatti, Fabrizio Corona sostiene che “la mia carriera è stabile, per anni mi sono costruito il mio storytelling e quando non ce l’avevo creavo lo scoop finto“. Ritiene, però, che “tutti quelli che mi sono stati vicini l’hanno fatto perché avevano degli interessi”.
Fabrizio Corona e il carcere
Per via della carriera, Fabrizio Corona ha interrotto tutti i suoi rapporti, anche familiari, specialmente a partire dal 2013 quando ebbe la prima condanna e finì in carcere. Lì, però, “diventai più cattivo, non impari nulla in carcere, entri e diventi più cattivo. Ho subito di tutto, era come essere in una giungla di botte e abusi, poi però mi sono anche riposato e rilassato” in quel difficile periodo.
Fabrizio Corona, seppur patì molto il carcere, ora confessa di non aver “mai pensato al suicidio. L’ho usato come mezzo”, ma non l’ha mai valutato veramente. La cocaina, invece, non pensa che abbia mai influito ampiamente sulla sua vita, “non mi potevo drogare dopo l’uscita dal carcere, ma ho vissuto più follemente di quando mi drogavo“. Gli psicofarmaci, invece, l’hanno reso completamente dipendente, “quando provo a dormire e non ci riesco e come se vivessi il più grosso film horror mai fatto. Senza ansiolitici non dormo ed esco matto“, e confessa di prendere “almeno 100 pasticche al giorno”.